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Frattamaggiore, uomo dato alle fiamme, Pasquale Pezzella: “Non sono stato io

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Frattamaggiore. Si è difeso con tenacia e decisione: “Non ho dato fuoco io a Nicola, mi sento accusato ingiustamente”.

Cosi’ il 39enne Pasquale Pezzella davanti al Gip del tribunale di Napoli Nord Daniele Grunieri, durante l’udienza di convalida del fermo emesso dagli inquirenti che lo accusano di tentato omicidio volontario aggravato dalla premeditazione di Nicola Liguori.

Una grave accusa contestatagli in relazione alla violenta aggressione subita la sera del 30 giugno scorso a Frattamaggiore dal 36enne Nicola Liguori, cosparso di liquido infiammabile mentre era su una panchina e stava effettuando una videochiamata alla fidanzata. Liguori e’ tuttora in prognosi riservata all’ospedale di Bari con ustioni sul 45% del corpo.

Pezzella, assistito dall’avvocato Fernando Pellino (presente anche il pm di Napoli Nord, Alberto Della Valle), ha risposto alle domande del Gip respingendo ogni accusa. “Conosco Nicola Liguori da quando siamo bambini – ha raccontato Pezzella – perche’ abitiamo nello stesso quartiere, ci salutiamo, ma non posso dire che siamo amici.

La sera del fatto, quando ho visto le fiamme dalla finestra di casa mia, sono sceso e insieme ad un’altra persona ho provveduto a spegnere il fuoco che ancora coinvolgeva parte della panchina; in quel momento pero’ Nicola gia’ non c’era più”.

Il Gip non ha posto domande a Pezzella circa il presunto movente, quello del furto di un motorino, che sarebbe stato indicato dal fratello di Liguori, cui quest’ultimo aveva dato indicazioni prima di perdere i sensi.

L’avvocato Pellino ha sostenuto l’illegittimita’ del fermo, dal momento che Pezzella e’ stato arrestato mentre era solo a casa e non c’era alcun pericolo di fuga, e la mancanza di gravi indizi di colpevolezza; il legale ha dunque chiesto al Gip di non emettere misura cautelare.

E ha sottolineato la presenza di un’unica fonte dichiarativa, ovvero il fratello di Liguori, Biagio, che ha soccorso il 36enne raccogliendo poche parole in cui la vittima avrebbe parlato di “Pasquale”, e del furto di un motorino.

Quel nome, Pasquale, piu’ volte pronunciato da Liguori e che anche altre persone avrebbero sentito tanto da venirne, secondo il legale di Pezzella, condizionate quando hanno reso dichiarazioni alla Polizia di Stato.

Il difensore ha fatto notare anche la contraddittorieta’ nelle dichiarazioni rese, soprattutto sul movente; la stessa madre di Liguori avrebbe riportato varie versioni, quella del motorino ma anche quella secondo cui Liguori sarebbe stato dato alle fiamme perche’ dava fastidio mentre parlava al telefonino sulla panchina.

La fidanzata di Liguori ha detto di aver visto, mentre era in videochiamata con la vittima, un uomo dalla carnagione chiara e senza barba e pizzetto, che invece Pezzella ha; quest’ultimo e’ un carpentiere sposato con quattro figli che sta effettuando, con regolare contratto, un lavoro a Milano, e la scorsa settimana era sceso qualche giorno a Frattamaggiore. Pellino ha sostenuto che non si tratta dunque di una persona violenta.


Articolo pubblicato il giorno 5 Luglio 2022 - 13:12


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