Arzano. Pompe funebri tra agenzie fantasma e la presenza ingombrante dei clan. Nessun controllo sulle ditte, violato il regolamento di Polizia mortuaria. Una anomalia per così dire che anche i cittadini arzanesi avrebbero notato in queste settimane per le strade cittadine.
Sarebbero infatti diverse le ditte funebri, infatti, non del territorio ma provenienti dal rione Ponticelli e forse Calvizzano, che in città starebbero gestendo i funerali al posto dell’unica impresa presente che, molto probabilmente a causa della assenza di documentazione idonea, avrebbe “smesso” di erogare il servizio di trasporto funebre.
Non sarebbe solo un ipotesi dunque, e nemmeno una indiscrezione da accertare, visto che ad Arzano il business del “caro estinto” ha già registrato tentativi di consolidamento della attività in antitesi al libero mercato, in danno di altre imprese limitrofe. Gestione del servizio che ha appresentato uno dei motivi degli scioglimenti del Comune di Arzano nel 2015 e 2019. I funerali starebbero avvenendo sotto gli occhi di tutti, senza nessun accertamento sul posto onde verificare personale e mezzi impegnati.
Il tutto presumibilmente anche in violazione del regolamento comunale approvato dai commissari straordinari che prevede l’iscrizione nell’apposito registro comunale ( nonché quello regionale) per poter esercitare le attività di trasporto funebre. E a riprova di quanto questa attività attiri le attenzione dei clan, gli arresti e le interdittive antimafia emesse a seguito delle indagini operate dai carabinieri della locale tenenza nel 2019.
A svelarne ulteriori retroscena furono gli agenti della Polizia locale al comando del colonnello Biagio Chiariello che avrebbero anche portato alla luce i legami tra alcuni soggetti identificati durante i funerali e un boss della confinante Casavatore già coinvolto in precedenti indagini e condannato a oltre 20 anni di carcere per omicidio.
Gli accertamenti, ancora in essere, avrebbero rivelato un interesse tale da fare sospettare dell’esistenza di taciti accordi tra imprese di onoranze funebri al fine di determinare vere e propri ”cartelli”, dalle quali non sarebbe possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dalle organizzazioni criminali.
La scoperta sarebbe arrivata a seguito dei meticolosi accertamenti portati avanti dalla municipale che attraverso appostamenti e sopralluoghi, ha anche accertato l’affissione di manifesti funebri ritenuti “anomali” con l’imbrattamento di muri e l’elusione fiscale con il mancato versamento degli oboli al comune di Arzano.
Ad accelerare le indagini sarebbe stata proprio la presenza di manifesti funebri “anonimi” che ha portato poi gli agenti, da sempre impegnati a contrastare l’elusione fiscale e a tutelare il decoro urbano, a porre particolare attenzione. Difatti, molti annunci murari sarebbero risultati privi di logo intestato o non pienamente identificabile, particolare utilizzato sovente da agenzie per celare la ragione sociale della ditta operante, come stratagemma per eludere i tributi ed evitare sanzioni amministrative o addirittura utile a coprire la vicinanza ad ambienti criminali e del malaffare.
Durante i controlli gli uomini della Polizia locale accertarono che lo spostamento dei feretri dalla casa del defunto in chiesa e verso il cimitero, sarebbe avvenuto sotto lo “sguardo vigile” di soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia e legati ad esponenti di primissimo piano della criminalità organizzata. A suscitare la “curiosità” dei poliziotti municipali anche una ditta operante nel territorio di Avellino che, da quanto sarebbe emerso, risulterebbe essere “fantasma”, ovvero senza sede sociale e per i cui approfondimenti procederà successivamente chi di competenza.
Luigi Vanacore
Articolo pubblicato il giorno 20 Luglio 2022 - 19:24