Salerno. Il controllo dello spaccio di stupefacenti nella zona orientale di Salerno e nel carcere di Bellizzi: erano questi gli obiettivi del nuovo gruppo criminale formato da Giuseppe Stellato, detto “Pappachione”, secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Salerno culminate oggi nell’esecuzione di 38 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati per reati che vanno dall’estorsione allo spaccio di stupefacenti, indebita percezione di erogazioni pubbliche, ricettazione, riciclaggio e truffa.
Le indagini svolte dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Salerno sono state avviate ad aprile 2019, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, e sono risultate particolarmente complesse poiché è stato necessario ricostruire i reali titolari di schede telefoniche fittiziamente intestate e utilizzate per lo svolgimento di traffici illeciti. Secondo quanto ricostruito, Stellato era al vertice dell’organizzazione che puntava ad acquisire il controllo dell’attività di spaccio di droga nella zona orientale di Salerno.
“Pappacchione”, scarcerato a maggio 2020, è stato arrestato in flagranza il 25 luglio 2020 dai Carabinieri di Salerno per violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Nel frattempo avrebbe estorto una parte dei proventi delle attività di spaccio percepite dai pusher presenti nell’area orientale di Salerno e in alcune strade del centro cittadino, nonché denaro ai danni di un esercente commerciale.
In una circostanza, a luglio 2020, avrebbe compiuto una “stesa” esplodendo 13 colpi di pistola per strada a scopo dimostrativo, danneggiando alcuni palazzi, mentre era a bordo della sua auto con altri due indagati. Sempre a luglio 2020, insieme ad altri 7 indagati, avrebbe gambizzato con due colpi di pistola un pusher, causandogli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni, al fine di imporre la propria supremazia territoriale.
Gli investigatori hanno anche individuato un’attività di spaccio all’interno del carcere di Bellizzi Irpino (Avellino) da parte di due detenuti che sarebbero riusciti ad ottenere la droga per il tramite di alcuni familiari e il loro avvocato di fiducia, anch’egli tra gli arrestati in esecuzione del provvedimento odierno, i quali avrebbero più volte consegnato lo stupefacente durante i colloqui.
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