Inaugurato sabato 18 giugno 2022 alle ore 11,00 presso la Chiesa dell’Addolorata – sito dalla storia millenaria ed oggi aperto alla vita culturale della città – il festival “ Salerno letteratura”, giunto alla decima edizione, continuerà fino al 25 giugno in una veste ricca di novità volte a celebrare l’importante decennale.
L’inaugurazione si è svolta alla presenza delle istituzioni, che insieme al pubblico presente, hanno potuto assistere al dibattito animato da Paolo Pagliaro – autore di “Cinque domande sull’Italia. I dilemmi di un paese inquieto” (Il Mulino), che ha dialogato con Gennaro Carillo e Paolo di Paolo, Direttore e Co-Direttore artistico della rassegna letteraria.
Per la prima giornata – negli angoli più belli e caratteristici della città, valorizzandone le risorse storiche ed artistiche – si sono avvicendati ospiti illustri del calibro di Valerio Magrelli, Valeria Parrella, Andrè Aciman, Massimo Popolizio, per citarne solo alcuni.
Nel più importante contenitore di opere d’arte di Salerno, il Museo Diocesano, si è svolto l’incontro con Valerio Magrelli poeta italiano contemporaneo, autore di Exfanzia edito da Einaudi, in cui vengono trattati i temi della vita comuni a tutti.
A condurre l’incontro Paolo Di Paolo, che ha introdotto il testo con la seguente riflessione e la lettura di alcuni versi:
“Il titolo EXfanzia, cioè un gioco linguistico che ci fa pensare che questo libro sia anche ricco di lampi di infanzia, con un sentimento magari di distanza che prende tutto piuttosto straniato. Io credo che, p.e., nel primissimo testo che apre la raccolta, in una sezione “Sotto la protezione di Pollicino”, ci sia il cuore emotivo del libro. Il testo s’intitola:
Una variazione di addio al calcio
Palleggi e palleggi
in un pomeriggio d’estate, e di calore.
Solo col suo pallone e le sue leggi
quel bambino passava ore e ore
per superare il numero di colpi prefissato:
non allegro, ma assorto,
completamente dedito allo scopo assegnato.
Era un acconto di felicità, o conforto,
verso il futuro, verso i giorni avversi.
Forse per questo, adesso, scrivo versi.
Altro incontro di spicco della prima giornata – dall’accattivante denominazione: “Viva Pompei!”- condotto da Vincenza Alfano nella suggestiva location della Chiesa dell’Addolorata, quello con la scrittrice Valeria Parrella, autrice di numerosi testi e che solo un mese fa si è ripresentata sulla scena letteraria con il libro “La Fortuna“, edito da Feltrinelli. Un romanzo immerso nella storia della Pompei antica e della famosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che solo apparentemente sembra discostarsi dal filone narrativo tipico dell’autrice, ma che rispetto a questo, come attentamente sottolineato dalla presentatrice, trova continuità muovendo dal passato di drammaturga della Parrella.
( Leggi anche la nostra recensione qui: https://www.cronachedellacampania.it/2022/06/valeria-parrella-la-fortuna/)
La conversazione tra scrittrice e presentatrice – alimentata dalla coinvolgente vivacità e simpatia della Parrella – ha piacevolmente catalizzato l’attenzione del pubblico presente grazie ad un alternarsi di riflessioni sul testo ed i temi trattati da questo. Vincenza Alfano ha infatti sottolineato come tra le pagine di questo libro sia possibile ritrovare i sentimenti umani, il desiderio, la sorte, l’acquiescenza alla sorte:
“La storia è quella di Lucio, questo ragazzo di 17 anni che sogna di fare il comandante di una nave militare romana, però questo ragazzo nel momento in cui scava dentro di sé, e quasi per accidente, scopre qual è il suo desiderio – quindi troviamo un primo tema esistenziale …c’è veramente una circumnavigazione tra quelli che sono i nostri sentimenti, tu parli di parli di desiderio, di sorte , di acquiescenza alla sorte, parli di sfidare la sorte , parli della vita e della morte e di ciò che ci tiene aggrappati alla vita anche dopo una grande catastrofe – Lucio scopre di vedere da un occhio solo e quindi deve misurarsi con un desiderio che sembra più grande di lui e delle sue possibilità. Spesso nei tuoi romanzi esiste questo tema, cioè sfidare il limite”.
Osservazione alla quale la Parrella ha dato conferma aggiungendo che questi temi fungono sempre da ispirazione per uno scrittore, che parte da storie che ci riguardano. Ma anche perché sono proprio questi i motivi per i quali viene voglia di scrivere i libri:
“Sono sempre questi i temi dei romanzi, la vita e la morte ,il superamento dei limiti sono i motivi per cui si scrive un romanzo .
Il superamento dei limiti è una delle cose più belle che possano capitare ad uno scrittore, perché uno scrittore è un lettore all’ultimo stadio, colui che ha letto tanto e poi si dice “adesso ci provo pure io “, e che cosa ci piace quando leggiamo, ci piace quello, l’arco narrativo, cioè incontri uno e poi non lo devi trovare allo stesso punto, ma in un movimento a spirale come ad esempio Ulisse che ci mette tanta vita, tanta morte e tanti superamenti di limiti per arrivare .
Quindi queste sono le storie che ci riguardano, questi sono i motivi per i quali ci viene voglia di scrivere libri Ponendo l’accento su Plinio, maestro del protagonista del romanzo, la Alfano ha poi fatto emergere la connotazione inedita attribuita dalla Parrella a questo personaggio tanto descritto in letteratura e che nel romanzo appare come colui a cui viene demandato l’importante compito di crescita del ragazzo.
A tale proposito la Parrella ha precisato che il suo primo intento nel descrivere lo storico Plinio è stato proprio quello di delineare la figura di un maestro che credeva in Lucio, il ragazzo di soli 17 anni al centro del racconto. Un maestro che oltretutto dà dimostrazione della fiducia riposta in lui quando gli affida il comando della nave “Fortuna” – che fa parte della flotta di Capo Miseno di cui era il Prefetto – e lo rende inconsapevole mattatore della missione, mentre il panorama appariva trasfigurato dalla potenza esplosiva del monte di cui non si conosceva la natura vulcanica.
L’incontro si è concluso con l’invito della Alfano alla Parrella di leggere un passo del suo libro in cui risalta l’intensità di un’affermazione tanto cara all’autrice: “La rotta era facile: andare dove nessuno sarebbe
andato”, segno del cambiamento della stessa autrice, che abbandonando i suoi tradizionali toni si è addentrata in un’epoca storica restituendo al lettore delle immagini tanto incantevoli quanto inedite.
Questo straordinario evento letterario ha poi continuato a propagare la sua capacità attrattiva nella giornata di domenica 19 giugno con Dacia Maraini, autrice di “Sguardo a Oriente “(Marlin) , una raccolta di ricordi e racconti di viaggio compiuti dalla stessa con personaggi come Maria Callas, Pier Paolo Pasolini, Moravia nel mondo; con Aldo Cazzullo, autore di “Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti “ (Mondadori) , che a Largo Barbuti – nucleo centrale della parte antica Di Salerno – ha ricostruito il viaggio dantesco e dato vita ad un vero proprio romanzo della Divina Commedia; e poi Marco Antonio Bazzocchi per “Alfabeto Pasolini“ ( Carocci ), Vito Mancuso con “La mente innamorata” (Garzanti) e molti altri hanno ispirato la città con i temi della cultura.
Tra i nomi più noti al pubblico, lunedì 21 giugno, ha intrattenuto il pubblico Lorenzo Marone, che nella Corte del Convitto Nazionale, con la conduzione di Vincenza Alfano, ha presentato il suo ultimo lavoro letterario: ”Le madri non dormono mai” ( Einaudi ).
L’evento salernitano dedicato alla cultura, ed ispirato ai temi della felicità e della rivoluzione, promette tanti altri interessanti momenti da non perdere. Un’occasione unica per vivere, specie nel weekend, la magica atmosfera della lettura attraverso la voce dei suoi autori.
Gli eventi in programma sono consultabili nel link sottostante https://www.salernoletteratura.com/il-programma/
Annamaaria Cafaro
Articolo pubblicato il giorno 21 Giugno 2022 - 18:29