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Il Parco Archeologico di Pompei acquisisce 1.650 opere d’arte della Fonderia Chiurazzi

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Il Parco Archeologico di Pompei acquisisce 1.650 opere d’arte della Fonderia Chiurazzi

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I beni superstiti della storica Fonderia Chiurazzi acquisiti dal Parco archeologico di Pompei. Circa 1.650 esemplari – โ€œnegativiโ€ per la riproduzione di opere dโ€™arte antiche, oltre a bozzetti e copie in gesso – che andranno ad arricchire il patrimonio del Parco e potranno essere rimessi in uso per ricollocare nelle case pompeiane i reperti oggi custoditi nei musei per motivi di conservazione.

La Fonderia Chiurazzi, maestra dell’arte millenaria della fusione a cera persa, si รจ distinta nel mondo per la creazione di capolavori in bronzo sin dalla fine del XIX secolo.

La sua attivitร  si colloca, divenendone una preziosa testimonianza, nel milieu culturale generato a Napoli e nellโ€™area vesuviana con la scoperta dei siti archeologici di Pompei ed Ercolano; nel corso degli scavi, che suscitavano interesse ben al di fuori dei confini nazionali, venivano rinvenuti bronzi antichi, le cui copie erano estremamente ricercate sul mercato internazionale.

Nel 1870 Gennaro Chiurazzi (1840-1906) diede vita a Napoli, prima in una piccola sede di fronte al Museo Nazionale, poi presso l’Albergo dei Poveri, a un laboratorio di formazione artistica che ben presto divenne un punto di riferimento per i massimi artisti e cultori della scultura del Novecento.

La fama della fonderia crebbe velocemente, tanto da ottenere il privilegio di riprodurre, tramite i calchi, opere su originali di sculture antiche, oggi per la maggior parte esposte nei principali musei italiani, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli ai Musei Vaticani e Capitolini, dalla Galleria Borghese agli Uffizi a Palazzo Pitti, al Museo Archeologico di Firenze. Unโ€™opportunitร  esclusiva che garantรฌ alla Fonderia Chiurazzi la possibilitร  di proporsi sul mercato quale unica detentrice di un patrimonio di โ€œmatrici autenticheโ€ da cui ottenere esemplari in diverse dimensioni e finiture, i cui costi erano riportati in appositi cataloghi illustrati. Grazie a questa singolaritร  la Chiurazzi ha realizzato bronzi per collezionisti di grande prestigio, per Enti ed Istituzioni Culturali internazionali ed i maggiori poli museali, ultimo tra i quali il Getty Foundation a Malibรน.

Di grande rilievo รจ la collezione delle forme degli oggetti ritrovati a Pompei ed Ercolano.

Lโ€™acquirente poteva scegliere il soggetto piรน gradito ed ottenerne diverse finiture: alla โ€œpompeianaโ€, contraddistinta da un colore verdastro, alla โ€œercolaneseโ€, brunita e modicamente piรน costosa, o quella โ€œrinascimentaleโ€ scura, lucida e piรน onerosa. Il procedimento di patinatura, curato per ogni singolo pezzo da maestranze altamente specializzate, costituiva un vero e proprio โ€œmarchio di fabbricaโ€, con il quale identificare tra le altre officine la produzione della Fonderia Chiurazzi.

Lโ€™elenco di tutte le riproduzioni trova riscontro nel โ€œCatalogo delle Riproduzioni di opere classiche in bronzo e in marmoโ€ compilato da Salvatore Chiurazzi ed edito nel 1929, nonchรฉ nellโ€™elenco dei beni trasferiti dal proprietario dellโ€™epoca, sig. Clemente Setaro, alla โ€˜Chiurazzi internazionale s.r.l.โ€™ in occasione dellโ€™atto di vendita.

Su istanza del Parco archeologico di Pompei e in particolare del Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna, allora Direttore di Pompei, che ne ha avviato e fortemente incoraggiato lโ€™acquisto, consapevole della importanza eccezionale di questo capitale, la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, guidata da Federica Galloni si รจ avvalsa del diritto di prelazione per l’acquisizione del patrimonio superstite della Fonderia Chiurazzi di Napoli (1870-2012), giร  dichiarata di interesse storico-relazionale oltre che di eccezionale interesse storico-artistico dalla Commissione regionale per il Patrimonio culturale per la Campania.

โ€œLa collezione Chiurazzi oltre al valore per quantitร  e qualitร  dei pezzi rappresenta una testimonianza importante della suggestione che le scoperte di Pompei ed Ercolano suscitavano nei committenti dellโ€™epoca, che facevano a gara per assicurarsi una copia delle sculture antiche, da esporre nelle proprie dimore. โ€“ dichiara il Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna – Il Parco archeologico di Pompei non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione importante di arricchire il proprio patrimonio, considerata la stretta relazione tra i beni della Fonderia e il sitoโ€œ.

“L’acquisizione del patrimonio della Fonderia Chiurazzi si colloca nell’ambito di una strategia di tutela e valorizzazione attiva del patrimonio culturale. – sottolinea il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtrieghel – I “negativi” delle sculture antiche, che saranno esposti al pubblico in modo da restituire il sistema di relazioni culturali e creative generate dalla scoperta di Pompei, consentiranno di sperimentare, anche con l’ausilio di tecnologie digitali, nuove modalitร  di produzione artistica. Eโ€™ intenzione del Parco riavviare lโ€™attivitร  di riproduzione nonchรฉ di vendita delle copie realizzate al fine di promuovere un’economia a base culturale e stimolare capacitร  imprenditoriali nel fragile contesto pompeiano”.


Articolo pubblicato il giorno 3 Giugno 2022 - 16:24


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