Gragnano. Solo 18 anni di carcere per Maurizio Apicella e 10 anni per Ciro Di Lauro.
Niente ergastolo dunque per i presunti assassini di Nicholas Di Martino, il 17enne nipote del boss Nicola Carfora ‘o fuoco, accoltellato a morte la notte del 25 maggio 2020 in via Vittorio Veneto a Gragnano.
La sentenza emessa poco dopo le 13 dalla Corte d’Assise di Napoli ha suscitato le proteste dei familiari del giovane assassinato. Maria Carfora, infatti, la mamma della giovane vittima, è stata allontanata dall’aula durante la lettura del dispositivo per aver urlato contro la Corte.
I due condannati sono accusati anche del tentato omicidio di Carlo Langelotti, parente della giovane vittima e che tra l’altro risulta irreperibile da alcuni giorni in quanto coinvolto in un altro clamoroso fatto di sangue all’interno di una pizzeria di Gragnano.
Durante la sua requisitoria, il pm Giuseppe Cimmarotta aveva chiesto la condanna al carcere a vita per i due 20enni.
Maurizio Apicella è difeso dagli avvocati Carlo Taormina e Giuliano Sorrentino, mentre Ciro Di Lauro dall’avvocato Francesco Romano. Langellotti, invece, costituitosi parte civile, è rappresentato dall’avvocato Raffaele Chiummariello. Si sono costituiti parte civile anche la madre della vittima, Maria Carfora, difesa dall’avvocato Antonio Rocco Briganti, e il fratello di Nicholas, Gennaro, difeso dall’avvocato Raffaele Attanasio.
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