Mostre: Reggia di Caserta, giardini italiani da Rinascimento a ‘800. Oltre 150 opere tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, erbari, libri e oggetti d’arte.
Un caleidoscopio di rappresentazioni, dal Rinascimento ai primi anni dell’Ottocento che attraversano e interessano tutta la penisola nella diversità di paesaggi, modelli culturali e stili di vita. Oltre centocinquanta opere tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, erbari, libri e oggetti d’arte e interpretazioni contemporanee in dialogo tra loro per raccontare la storia del giardino nel corso dei secoli.
E’ questa la mostra ‘Frammenti di Paradiso. Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta’, curata dalla direttrice Tiziana Maffei, e da Alberta Campitelli e Alessandro Cremona, che dal primo luglio al 16 ottobre sarà ospitata alla Reggia di Caserta. Lungo le grandi sale dell’Appartamento della Regina, affacciate sul Parco Reale con la scenografica via d’acqua, si snodano i sette temi che compongono la mostra.
Nell’articolarsi delle sezioni, sono presentate numerose opere, in molti casi inedite, provenienti da prestigiosi musei e istituzioni italiane ed europee tra cui musei del Prado e Thyssen-Bornemisza di Madrid, e Versailles, Capodimonte, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, il Museo di Roma, oltre a collezioni private, biblioteche e altri istituti pubblici.
La sezione di apertura della mostra ‘Igiardini di Caserta’ è dedicata al Parco della Reggia, alle sue componenti, ai protagonisti. Ne ‘Il giardino in Italia nel rapporto col paesaggio’ sono, invece, protagoniste le vedute di noti giardini che spaziano dalla Campania al Lazio, alle Marche, alla Toscana e al Piemonte. La terza sezione ‘Giardini come scenografia’ descrive come l’esibizione del potere, le feste e il teatro abbiano sempre avuto i giardini come fondale privilegiato.
Ne ‘Il giardino e l’acqua’ sono esposte suggestive vedute marine, lacustri e fluviali in cui l’acqua e’ protagonista. La sezione ‘Giardino e il selvatico’, invece, esalta boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento.
Mentre ‘Giardini e botanica’ vede l’elemento vegetale quale protagonista, con ruoli e funzioni diverse. Nell’ultima sezione, ‘Giardini e rappresentazione simbolica’, questi luoghi diventano scenari di narrazioni sacre e mitologiche, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini.
“L’esposizione – spiega il direttore della reggia Vanvitelliana, Tiziana Maffei durante la presentazione – è il risultato di un lavoro di approfondimento sul significato che il patrimonio naturale elaborato dall’uomo ha avuto e può avere.
Luoghi magici, rappresentazioni fisiche di visioni culturali, eden immaginari o immaginati, sono espressione di come, nel tempo, i diversi committenti e gli artefici da loro incaricati, hanno inteso rappresentare la propria visione del mondo”.
“L’allestimento – continua – non è casuale: coinvolge le prime tre sale di rappresentanza dell’Appartamento della Regina, ambienti mai completati negli apparati decorativi e di recente restituiti al Museo, che offrono una splendida vista sulla scenografica Via d’Acqua del Parco Reale. Volutamente, nello snodarsi delle sette unità narrative nelle quali è articolata la mostra, il riferimento visibile e costante è l’inquadratura del Parco”.
“L’obiettivo – conclude il direttore – dell’impegno dell’Istituto museale è duplice: divulgare al grande pubblico i valori etici della bellezza con l’auspico che si recuperi, dopo decenni d’indifferenza, la cultura dell’arte dei giardini un tempo molto piu’ diffusa e offrire agli addetti ai lavori la molteplicità di lettura narrativa di questi straordinari microcosmi prodotti nel tempo da diverse civiltà”.
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