Doppio cognome, Binetti: “La legge ricalchi soluzione della Consulta”. La senatrice dell’Udc ha presentato un Ddl sul tema
“Ancora una volta la Corte Costituzionale batte il Parlamento in fatto di innovazione normativa e lo fa su un tema sensibile come quello dell’attribuzione del doppio cognome a tutti i nuovi nati”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc che ha presentato un ddl su questo tema.
“La premessa – osserva – è che la norma attuale, è stata ritenuta “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio”. In realtà nei commenti in primo piano non c’è tanto l’interesse del figlio quanto il riconoscimento di un diritto femminile, finora negato”.
“La Corte Costituzionale, dichiarando illegittime le norme che attribuivano ai figli in modo automatico il cognome paterno, ha messo in evidenza come questo fatto creasse una sorta di invisibilità della madre e manifestasse una diseguaglianza tra i genitori, che si imprimeva sull’identità del figlio. In altri termini più che il diritto del figlio ad avere entrambi i cognomi, quello della madre e del padre, emerge il diritto della madre a vedersi rappresentata nel doppio cognome del figlio.
Anche io, come altre colleghe, ho presentato nelle ultime legislature un ddl che va in questa direzione, cercando di tenere insieme nel modo più equilibrato possibile diversi aspetti: il diritto del figlio ad avere nel doppio cognome la rappresentazione storica dei due ceppi familiari da cui proviene; il diritto della madre a non vedersi materialmente esclusa, mentre fino a prova contraria se c’è qualcosa che non ha nulla di invisibile è proprio la gestazione di un figlio, la sua nascita e la sua dipendenza assoluta dalla madre nei primi mesi di vita; e infine il diritto dei fratelli di una stessa coppia a conservare nel tempo lo stesso cognome come espressione di un vincolo affettivo ed effettivo di rara potenza.
Ci potrebbe essere quindi una buona legge parlamentare, se si manterrà il punto di equilibrio marcato dalla sentenza della Corte Costituzionale, evitando la pletora dei cognomi, la loro distribuzione caotica e mantenendo invece una prospettiva che fa salvi i diritti di tutti, donne e bambini compresi”, conclude Binetti.
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