Domani alle 17 nella cattedrale di Catania verrà celebrato il funerale della piccola Elena Del Pozzo, la bimba di cinque anni uccisa lunedì 13 giugno in un campo a Mascalucia nel catanese.
La curia di Catania ha deciso di trasmettere in streaming la funzione per consentire alle decine di migliaia di persone che in questi giorni hanno chiesto di partecipare di poter assistere al rito.
“Essendo questa una Celebrazione particolarmente significativa e dolorosa – spiegano dalla Curia – è doveroso custodire il dolore di quanti o per vicinanza familiare o semplicemente affettiva desiderano raccogliersi in preghiera per l’estremo saluto, per questo motivo, per dare la possibilità a tutti gli inviati delle emittenti televisive, che non potranno accedere direttamente alla Cattedrale, di fruire delle immagini, la Celebrazione delle esequie sarà trasmessa in diretta nei canali Youtube e Facebook della diocesi di Catania”.
La funzione sarà officiata dall’arcivescovo Luigi Renna. Il questore di Catania Vito Calvino su indicazione del prefetto Maria Carmela Librizzi ha organizzato un servizio di ordine pubblico per consentire che il funerale “possa svolgersi in modo ordinato e senza alcuna turbativa” fanno sapere dalla questura.
Sul fronte delle indagini emergono nuovi dettagli dell’omicidio della piccola Elena, uccisa con 11 coltellate dalla madre Martina Patti in un campo vicino alla loro abitazione nel comune di Mascalucia.
Agli inquirenti durante l’interrogatorio avrebbe detto di non essere riuscita a guardare la figlia mentre la colpiva a morte con un coltello. Un aspetto che per il gip Daniela Monaco Crea non contribuisce ad attenuare la premeditazione del gesto.
Il giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo familiare oltre che per occultamento di cadavere scrive nel dispositivo come Martina Patti “già a partire quanto meno dalle 13, si era procurata gli attrezzi per scavare la buca, aveva individuato un luogo impervio e isolato dove seppellire il cadavere”.
E ancora “uscendo da casa con la figlia ancora viva, aveva portato con sé un coltello e ben cinque sacchi della spazzatura necessari per la completa esecuzione del delitto, aveva poi occultato l’arma e posto in essere la condotta di lucido depistaggio attuata dopo essersi ricomposta”.
Un quadro pesantissimo contro la madre 23enne, risultato delle indagini dei carabinieri e degli accertamenti del Ris di Messina che hanno colmato in pochi giorni i molti “non ricordo” messi a verbale dalla donna prima nella confessione il giorno del ritrovamento del corpo e poi nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice.
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