Arzano.Identificato il minorenne al volante di una smart. Il padre è un esponente di spicco del clan Amato-Pagano.
A metterlo alla guida un uomo P.S. soprannominato “o nano”, come uno dei protagonisti della serie di Gomorra. Le indagini della Polizia locale erano partite a seguito di un video postato qualche mese fa sul social Tik Tok che ritraeva un minore alla guida di una Smart per le strade di Arzano.
Acquisito e esaminato dagli agenti della Polizia locale diretta dal comandante Biagio Chiariello, si è giunti all’identificazione del minore che è figlio di un noto esponente del clan Amato-Pagano G. B. di via Zanardelli, conosciuto per numerosi precedenti con ramificazioni anche a Secondigliano e Melito.
A seguito degli ulteriori accertamenti di Polizia giudiziaria, a porlo alla guida dell’auto sarebbe stato un uomo della zona, identificato ed ascoltato negli uffici del Comando, è risultato essere noto con l’alias di “o nano”, come uno dei personaggio della serie TV Gomorra ambientata anche nell’area Napoli Nord.
Avrebbe esaudito la voglia del minore di iniziare a giocare a 12 anni alla guida di moto e auto che sono la sua passione. Gli agenti ed il comandante hanno bussato alla porta dell’abitazione di via Zanardelli, già nota per diversi fatti di cronaca, portando con sé anche gli assistenti sociali e contestando verbali per circa 8 mila euro ai genitori, esercenti la potestà sul minore, e all’affidatario del veicolo per incauto affidamento, e con esso anche una donna intestataria del contratto di noleggio dell’auto utilizzata per la bravata.
Precedenti anche a carico di questi ultimi sono emersi da approfondimenti. All’esito degli accertamenti è stato inviato un corposo fascicolo alla Procura per i Minori per le valutazioni dei provvedimenti sull’affidamento.
Il nonno del minore, sarebbe emerso dalle successive indagini, sarebbe stato rinchiuso in carcere in quanto accusato e condannato per un duplice omicidio avvenuto nel 1997 ad Arzano.
Intanto lo stesso minore sarebbe stato notato, dagli agenti in un altro video insieme ad altri coetanei, in corso di identificazione, ad imitare personaggi della mafia degli anni ’90 nel mentre durante il maxi processo vengono condannati all’ergastolo. Materiale, anche questo, finito al vaglio degli investigatori.
Intanto l’uso dei social “è sempre più frequente per condividere messaggi testuali e audiovisivi espliciti di ispirazione camorristici”. Ormai ad Arzano la situazione sembra essere sfuggita di mano con stese di uomini in moto e il tentativo di riorganizzazione del clan della 167 che sta tenendo in scacco il paese.
Luigi Vanacore
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