Arzano. Ritorna il clima di paura in città: scorribande di sconosciuti con volti travisati e in sella a moto sfilano in “corteo” per le strade cittadine. I clan sfidano le forze dell’ordine in pieno giorno. Non si ferma il clan, nemmeno dopo i 29 arresti avvenuti lo scorso 25 aprile e tira brutta aria dopo le assoluzioni in corte di Assise e di Appello dei boss Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo e Angelo Gambino detenuti e condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Ciro Casone avvenuto in un centro abbronzante ed ex capozona di Arzano per conto del clan Moccia.
Strani movimenti , infatti, si sarebbero registrati ieri sera tra le 19 e le 19,30 sul territorio cittadino. Sconosciuti, alcuni dei quali con volti parzialmente travisati e in sella ad alcune moto, avrebbero girato in lungo e largo per le vie del paese, il giorno della notizia dell’assoluzione di Napoleone, Russo e Gambino ritenuti nelle ordinanze di arresto contro il clan della 167, i veri capizona di Arzano con stipendi mensili che arrivano fino a 12mila euro al mese. Potrebbe essere uno dei primi segnali di forza quello di ieri sera.
Almeno quattro le motociclette con a bordo soggetti con intenzioni poco raccomandabili, sarebbero transitate a forte velocità zigzagando tra le auto e marciapiedi per piazza Cimmino, Via Pecchia e via Napoli, almeno dai racconti degli impauriti dei cittadini. Episodi poco rassicuranti che rendono opportuno da parte delle forze dell’ordine acquisire subito le immagini delle telecamere di privati onde verificare questo giorno di follia e per approfondirne i vari aspetti.
Infatti, ad Arzano, non esiste ancora una rete di telecamere cittadine comunali. I tre assolti, che ovviamente dovranno fare i conti con l’eventuale ricorso della Procura Generale, erano ritenuti al servizio prima di Mariano Riccio ( genero di Cesare Pagano), e successivamente alla corte di zia Rosaria Pagano. La caratura criminale dei tre, la cui scarcerazione ha destato sconcerto nella popolazione, riporta in mente la loro ferocia proverbialmente riconosciuta dai numerosi pentiti e indagini. Napoleone, tra l’altro, era fidanzato con la sorella di Pasquale Cristiano. Quanto accaduto giovedì mette in luce la vulnerabilità di un territorio da decenni in balia dei clan che si fronteggiano a suon di sparatorie e morti ammazzati.
Luigi Vanacore
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