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Vaiolo delle scimmie, 80 casi nel mondo. Possibile focolaio alle Canarie

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Sono circa 80 i casi accertati di Vaiolo delle scimmie (Monkeypox) negli ultimi mesi e su altri 50 sono in corso investigazioni.

Lo segnala l’Oms sottolineando di essere al lavoro con i suoi partner per comprendere meglio l’entità e la causa dei focolai segnalati finora in 11 Paesi. Ma e autorità spagnole stanno indagando un cluster di contagi da vaiolo delle scimmie, mentre diversi altri Paesi hanno registrato primi casi della malattia, tra i quali Israele e la Svizzera.

Il virus è endemico in alcune popolazioni animali in diversi Paesi, portando a focolai occasionali tra la popolazione locale e i viaggiatori. Ma i casi segnalati in questi ultimi mesi sono ritenuti atipici, perchè scoperti in Paesi non endemici.

Ed è probabile che vengano segnalati più casi man mano che la sorveglianza si espande, avverte l’Organizzazione. Ieri si è riunito lo Strategic & Technical Advisory Group on Infectious Hazards with Pandemic and Epidemic Potential [STAG-IH]) per condividere informazioni sulla malattia e sulle strategie di risposta, mentre continuano ad arrivare aggiornamenti sullo stato dei focolai in corso nei Paesi endemici.

“La malattia si diffonde in modo diverso da COVID-19” chiarisce l’Oms che “incoraggia le persone a rimanere informate da fonti affidabili, come le autorità sanitarie nazionali, sull’estensione dell’epidemia nella loro comunità (se presente), sui sintomi e sulla prevenzione”.

E spiega: “Poiché il Vaiolo delle scimmie si diffonde attraverso il contatto ravvicinato, la risposta dovrebbe concentrarsi sulle persone colpite e sui loro contatti stretti. Le persone che interagiscono da vicino con qualcuno che è infetto sono a maggior rischio di infezione: questo include operatori sanitari, membri della famiglia e partner sessuali”.

A questo proposito, “stigmatizzare gruppi di persone a causa di una malattia non è mai accettabile”, avvertono gli esperti dell’Oms, evidenziando che “può essere un ostacolo alla fine di un focolaio in quanto potrebbe impedire alle persone di cercare assistenza e portare a una diffusione non rilevata”.

Vaiolo delle scimmie: indagini sulle feste all’isola Gran Canaria

Le autorità spagnole stanno indagando per appurare se alcune feste nell’isola turistica di Gran Canaria siano state all’origine di diversi contagi, ha scritto El Paìs, citando fonti locali. Circa 80mila persone provenienti dalla Spagna e da altri Paesi hanno partecipato al Gay Pride Malaspalomas

dal 5 al 15 maggio.

Uomini provenienti da Madrid, dall’Italia e dalla vicina isola di Tenerife che sono risultati positivi al virus hanno partecipato al festival. La maggior parte dei casi riportati finora riguarda uomini che hanno avuto contatti sessuali con altri uomini. Venerdì è stata chiusa una sauna di Madrid, identificata come possibile luogo di contagio.

La Spagna ha registrato finora 30 casi di vaiolo delle scimmie, con altri 23 casi sospetti. Nel vicino Portogallo sono stati confermati 23 casi, secondo il quotidiano Pùblico. La malattia si è diffusa in altri Paesi: le autorità svizzere hanno confermato un altro caso, una persona che è probabilmente venuta a contatto con il virus all’estero.

Anche Israele ha confermato un caso, un uomo che è in isolamento all’ospedale Ichilov di Tel Aviv, secondo il Ministero della Salute. Due altri casi sono stati confermati ieri dalle autorità di Berlino, il giorno dopo il primo caso attestato in Germania.

Nella capitale i sanitari stanno tracciando i contatti delle due persone e sequenziando il virus, per accertare se si tratti del ceppo dell’Africa Occidentale o di quello dell’Africa Centrale.

Il primo caso in Germania è stato confermato venerdì, un uomo arrivato in Baviera dal Portogallo via Spagna, anche se inizialmente non era chiaro se si fosse contagiato in quei Paesi oppure no. L’uomo, un 26enne brasiliano di Monaco di Baviera, è stato contagiato dal ceppo dell’Africa Occidentale, meno aggressivo, secondo l’analisi genomica dell’Istituto di Microbiologia della Bundeswehr.

Vaiolo delle scimmie, Ordine dei medici: “Contagi non solo sessuali”

La trasmissione sessuale non e’ l’unica modalita’ di trasmissione del Vaiolo delle scimmie. Lo si legge in un focus che la Federazione degli ordini dei medici ha pubblicato sul suo sito nell’area di informazioni ai cittadini “Dottore ma e’ vero che..? “.

La precisazione arriva per fare chiarezza dopo alcune dichiarazioni delle istituzioni sanitarie sul contagio fra uomini omosessuali e anche al fine di per evitare lo stigma alla comunita’.

“L’infezione puo’ derivare da uno stretto contatto con secrezioni respiratorie, lesioni cutanee di una persona infetta od oggetti recentemente contaminati – si spiega – e la trasmissione attraverso le particelle respiratorie delle goccioline di solito richiede un contatto faccia a faccia prolungato, il che mette a maggior rischio il personale sanitario oppure i membri della famiglia dei casi attivi.

La catena di trasmissione piu’ lunga documentata in una comunita’ e’ stata di sei infezioni successive da persona a persona. La trasmissione puo’ avvenire anche attraverso la placenta dalla madre al feto (Vaiolo delle scimmie congenito)”.

Esattamente un anno fa, il 25 maggio 2021, il Regno Unito aveva notificato all’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) un caso di Vaiolo delle scimmie confermato in laboratorio. Il paziente era arrivato in Gran Bretagna l’8 maggio 2021 dopo aver vissuto e lavorato nello stato del Delta, in Nigeria. Una piu’ intensa frequenza di casi e’ stata poi registrata nel maggio 2022.


Articolo pubblicato il giorno 22 Maggio 2022 - 09:52

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