Il cold case di Sonia Marra si riapre dopo 16 anni con una intercettazione choc.
“A quella ragazza sai che hanno fatto? a quella l’hanno tritata. Quella non la ritroveranno mai. L’hanno buttata nell’immondizia”. L’intercettazione del 2011 tra un allora seminarista e un parroco è contenuta e nel libro “L’uomo nero. La scomparsa di Sonia Marra” del giornalista Alvaro Fiorucci.
Sonia Marra era una studentessa venticinquenne di Specchia in provincia di Lecce scomparsa da Perugia il 16 novembre 2006 e mai ritrovata. Per la giustizia e’ formalmente un caso chiuso, da un sentenza definitiva di assoluzione dell’unico imputato. Ma i familiari di Sonia Marra, non si rassegnano.
Nei giorni scorsi la sorella Anna alla presentazione del libro aveva detto: “Il lunghissimo ed estenuante processo ci ha detto che Sonia e’ stata uccisa da una mente raffinata. Abbiamo ancora fiducia nella giustizia, si cerchi, dunque, questa mente raffinata, si illuminino gli aspetti oscuri indicati nelle sentenze, si ritrovi il corpo per avere almeno una tomba sulla quale piangere”.
E oggi l’avvocato della famiglia ha spiegato che si sta “facendo un lavoro di rivisitazione di tutti gli atti processuali alla ricerca di uno spunto che possa essere utile per la riapertura dell’indagine. Solo a quel punto si potra’ eventualmente formalizzare un’istanza
“.Alla rilettura degli atti sta collaborando anche la criminologa Roberta Bruzzone, che si e’ gia’ interessata ad alcuni dei maggiori casi di cronaca italiana degli ultimi anni. L’intercettazione nella quale si sostiene che la giovane sarebbe stata “tritata” venne compiuta nell’ambito di un’altra indagine, per droga.
Secondo quanto risulta agli atti del processo, i protagonisti del colloquio sono stati gia’ sentiti dagli inquirenti negli anni scorsi e uno di loro ha riferito di essersi inventato tutto. Dall’intercettazione non sono in seguito scaturiti sviluppi processuali. E’ comunque ora tra il materiale che il legale e i consulenti della famiglia Marra stanno riesaminando.
La giovane scomparve misteriosamente dalla casa dove viveva a ridosso del centro di Perugia, dove studiava per diventare tecnico di laboratorio biomedico. La Procura aveva ipotizzato un omicidio con il successivo occultamento di cadavere e le indagini lambirono anche ambienti vicini al mondo ecclesiastico del capoluogo umbro.
Il presunto responsabile indicato dagli inquirenti, pero’, dopo avere sempre negato ogni responsabilita’, e’ stato assolto in primo e secondo grado e quindi definitivamente in Cassazione.
Nel libro vi è “una rilettura dei fatti nei quali compaiono misteriose presenze mai identificate, terrificanti parole intercettate al telefono, tabulati scomparsi, un corollario di inquietanti coincidenze, i passaggi di mano da un magistrato inquirente all’altro, da un collegio giudicante all’altro, la singolare presenza di tre vescovi tra i testimoni”.
E la sorella Anna alimenta le polemiche con la richiesta di ritrovamento del corpo: “C’e’ qualcuno delle istituzioni che lo sta facendo? Chi sente il bisogno di liberarsi la coscienza di un segreto inconfessabile si faccia avanti anche in forma anonima E’ il tremendo dolore che accompagna la nostra vita che , nonostante tutto, ci da’ la forza di non rassegnarci all’assenza di verità”
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