Ha prima sottratto la pistola a una guardia giurata, poi ha utilizzato l'arma per fare fuoco contro un gruppo di giovani in sosta davanti a un bar di Qualiano (Napoli). Ne ha colpiti quattro, di cui due in modo grave. E' accaduto intorno alla mezzanotte, e dopo poche ore i carabinieri lo hanno fermato: si tratta di Marco Bevilacqua, 37 anni, già noto alle forze dell'ordine. Napoli 29 Maggio 2022. ANSA/CESARE ABBATE
Marco Bevilacqua, il 37enne di etnia rom, originario di Scafati, fermato all’alba per il tentato omicidio plurimo avvenuto nella tarda serata di ieri a Qualiano, aveva ucciso nel 2006 il suocero Salvatore Bevilacqua, padre dell’allora compagna.
Vittima e assassino avevano lo stesso cognome, pur non essendo parenti diretti, appartenevano allo stesso di etnia rom che vive da molti anni nel centro storico di Scafati, in provincia di Salerno. Salvatore Bevilacqua aveva 47 anni quando fu ucciso. L’omicidio avvenne in via Cesare Battisti al culmine di continui dissidi familiari. Marco Bevilacqua, all’epoca 21enne, infatti, viveva con la figlia di Salvatore di 17 anni in un’abitazione di Boscotrecase, ma tra genero e suocero non correva buon sangue. Il padre della ragazza accusava il genero di maltrattare la figlia di essere un violento.
Il delitto maturò dopo lunghi e violenti dissidi che videro contrapposte le famiglie dei due giovani, tant’è che in un primo momento anche il padre del ragazzo – allora 57enne – fu indagato per l’omicidio e poi scagionato.
Nel gennaio del 2006 Marco Bevilacqua, nel corso dell’ennesimo diverbio, uccise il suocero con una pistola calibro 7,65 e scappò. Si costituì alcuni giorni dopo quando ormai i carabinieri lo avevano ormai individuato come l’assassino. Per l’omicidio, l’uomo è stato condannato nel 2008 a 14 anni e 4 mesi di reclusione dalla Corte d’Assise d’Appello di Salerno dopo un processo in cui la difesa incentrò tutto sull’arma utilizzata per il delitto che pare fosse del suocero. Anche in quell’occasione, come è accaduto a Qualiano, Marco Bevilacqua disarmò il suocero e poi sparò uccidendolo.
La sentenza per l’omicidio divenne irrevocabile nel febbraio 2009.
Dopo aver scontato la pena il giovane era tornato in libertà. Ma la sua carriera criminale non è mai finita. Nel 2016 era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, stavolta a Qualiano dove nel frattempo si era trasferito – anche per allontanarsi da Scafati dove vivono i familiari dell’ex suocero. In quell’occasione, per sfuggire ad un controllo, l’uomo aveva ingaggiato con i Carabinieri un lungo inseguimento, durato per oltre 10 chilometri, prima di essere bloccato e arrestato.
Stamattina intorno alle 6.30 è stato fermato dai Carabinieri, stavolta con l’accusa di tentato omicidio plurimo, in quanto accusato di aver esploso diversi colpi di arma da fuoco, almeno 6, contro un gruppo di ragazzi che sostavano davanti a un bar nel centro di Qualiano.
Dopo l’interrogatorio del pm della Procura di Napoli Nord che coordina le indagini, Marco Bevilacqua, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, è tornato nuovamente in carcere. Bevilacqua è stato raggiunto da un decreto di fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio plurimo, porto di arma comune da sparo e rapina aggravata emesso dalla Procura di Napoli Nord.
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