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Narcotraffico e opere d’arte: il broker Deiana favorì la latitanza di Imperiale. LE INTERCETTAZIONI

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Narcotraffico: aveva aiutato nella latitanza Raffaele Imperiale uno dei piu’ importanti trafficanti di droga al mondo Andrea Deiana, il presunto broker del narcotraffico nonche’ mercante d’arte con galleria ad Amsterdam, arrestato nell’inchiesta della Dda di Milano e della Squadra mobile che ha portato a 31 misure cautelari.

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“Emerge come un broker internazionale di elevato spessore criminale in stabile contatto sia con i narcos sudamericani sia con uno dei piu’ importanti trafficanti di droga al mondo, Imperiale Raffaele“, scrive il gip Carlo Ottone De Marchi del Tribunale di Milano nelle 900 pagine dell’ordinanza cautelare.

Tra l’altro, come emerge dall’ordinanza, lo stesso Deiana in alcune chat racconta “di aver fornito un importante supporto alla latitanza di Imperiale”. E scriveva nell’agosto del 2020: “Quando mio amico era in Europa era latitante e stava sempre con me vivevamo stessa casa”.

E ancora il gip rileva anche che Deiana ha “rapporti, costanti, con ambienti della malavita locale ed internazionale” e “connessioni con il mondo della criminalita’ organizzata campana”. In una chat diceva: “Ho un accordo con amici a Napoli e si offendono se mi metto a lavorare con altri con coca”.

L’operazione della polizia di Stato, coordinata dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano – D.D.A e volta a smantellare un’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ha visto impegnati quasi duecento agenti sul territorio nazionale e all’estero per l’esecuzione della misura cautelare nei confronti di 31 persone con forti legami con trafficanti sudamericani, latitanti ed esponenti di spicco della criminalita’ organizzata.

Nel corso dell’attivita’ in Lituania, Spagna, Olanda e in Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Campania e Puglia con perquisizioni e sequestri di conti correnti di due aziende di logistica e trasporti ubicate a Pero, in provincia di Milano, e a Como.

Perquisizioni anche presso un circolo a Cologno Monzese riconducibile a un noto gruppo di motociclisti, di cui due appartenenti sono risultati coinvolti in una rilevante importazione sul territorio nazionale di hashish.

Con il coordinamento giudiziario di Eurojust, l’autorita’ giudiziaria olandese sta eseguendo una rogatoria richiesta dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano – D.D.A ponendo sotto sequestro la galleria d’arte moderna “Art3035 Gallery” situata ad Amsterdam e ritenuta, allo stato delle indagini, luogo per riciclare parte dei proventi del narcotraffico accumulati dal broker, abitante nei Paese Bassi, attraverso fittizie vendite di opere di famosi esponenti del mondo della street art. tra cui Bansky di cui nelle chat intercettate utilizzava pure il “nickname”.

Andrea Deiana, 41 anni e nato a Terracina  a cui e’ stata applicata la custodia in carcere e gia’ arrestato in passato per fatti di droga in Italia ma anche in Germania, era allo stesso tempo “un affermato imprenditore e titolare di una Galleria d’arte ad Amsterdam, l’Art3035gallery”.

E, scrive ancora il gip, “dallo studio di diversi articoli e locandine rinvenute sul web” l’attenzione nell’inchiesta si e’ concentrata sulla “figura dell’imprenditore d’arte” non solo “perche’ l’uomo, privo di utili redditi dichiarati in Italia, nel 2018 dal nulla ha avviato la galleria d’arte, piuttosto per le opere e gli artisti da lui trattati”. E tra questi “vi e’ proprio Banksy, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identita’ rimane ancora sconosciuta”.

Nelle quasi 900 pagine dell’ordinanza vengono riportati i colloqui via chat tra gli indagati e si spiega che gli “attori protagonisti di questa storia criminale” sceglievano i “nickname dei telefoni criptati in base alle proprie passioni o orientamenti politici”.

E Deiana si faceva chiamare appunto Bansky. Da una delle chat del giugno 2020, tra l’altro, riassume il gip, emerge che al presunto broker del Narcotraffico era “venuto in mente di utilizzare l’attività” di un’altra persona “per bonificare 20mila euro” e una “scusa per giustificare quella movimentazione era da ricondurre all’acquisto di un quadro di Banksy”.

Il gip rileva anche che Deiana ha “rapporti, costanti, con ambienti della malavita locale ed internazionale” e “connessioni con il mondo della criminalita’ organizzata campana”. In una chat diceva: “Ho un accordo con amici a Napoli e si offendono se mi metto a lavorare con altri con coca”.

C’e’ anche l’imprenditore del web Alberto Genovese, gia’ a processo per violenze sessuali con uso di droghe su due modelle e arrestato nel 2020, tra gli indagati nell’inchiesta della Squadra mobile e della Dda di Milano contro il narcotraffico e il riciclaggio in opere d’arte.

L’ex fondatore di start up, come si legge nell’ordinanza che ha portato a 31 arresti, avrebbe acquistato nel novembre 2019 da 2 indagati 100 grammi “di sostanza stupefacente del tipo Ketamina o cocaina” da “ritenersi destinata alla successiva vendita o cessione”. Droga che gli sarebbe stata assegnata in piazza Beltrade dove c’era la sua ‘Terrazza Sentimento’.

“100 li porto adesso”, avrebbe detto, intercettato, Gennaro Falzarano (indagato) riferendosi a quella presunta consegna di droga per Genovese del 12 novembre 2019. Ed e’ significativo il fatto, si legge ancora nell’ordinanza, che Genovese “sia successivamente balzato agli onori delle cronache nel mese di ottobre 2020 perche’ raggiunto da ordinanza cautelare con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza mediante uso di cocaina rosa e ketamina nel corso di una festa organizzata proprio presso la propria abitazione di piazza Beltrade 1”, ossia nell’ormai famosa Terrazza Sentimento, da lui messa in vendita nei mesi scorsi.

I poliziotti intervenuti nell’inchiesta sulle violenze, spiega ancora il gip, “hanno proprio rinvenuto quelle due qualita’ di stupefacenti” nell’attico di lusso, ossia cocaina e ketamina.

@RIPRODUZIONE RISERVATA


Articolo pubblicato il giorno 12 Maggio 2022 - 12:23


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