Napoli. “Gli avvenimenti degli ultimi giorni, culminati con le lettere di possibili dimissioni in massa dei medici del pronto soccorso, hanno dimostrato che le gravissime preoccupazioni, piu’ volte espresse dai sindacati negli ultimi anni erano tristemente fondate”.
Cominciano cosi’ la loro lettera al presidente della Campania Vincenzo De Luca e ai dirigenti del Cardarelli i rappresentanti di sette sindacati di medici dell’Ospedale di Napoli, punto di riferimento storico per i partenopei, che sta attraversando un momento difficile nel pronto soccorso. ANPO, AAROI, FP CGIL Medici, CISL Medici, FASSID, FIALS Medici aderente a FVM FESMED e UIL Medici lanciano pero’ un allarme prolungato “consapevoli del fatto – scrivono – che il Cardarelli e’ senza ombra di dubbio l’Ospedale di riferimento a cui tutti affluiscono e ci rende fieri e orgogliosi perche’ rappresenta un riconoscimento alla professionalita’, alla abnegazione degli operatori”.
I sindacalisti chiedono “provvedimenti strutturali – si legge – nell’interesse dei pazienti in un momento in cui c’e’ la grave riduzione del personale medico dovuto all’esodo inarrestabile dei medici dal Pronto soccorso”, e criticano “un rimedio peggiore del male, poiche’ sottraggono unita’ alle attivita’ degli altri reparti, peggiorandoli”. Tra i problemi sottolineati i tempi di attesa nel pronto soccrso con “i codici verdi arrivati, dal triage alla visita, fino a 12 ore di attesa e i gialli fino a 5 ore”.
Tra le soluzioni proposte “tentare di rendere il turno di PS autonomo con le attuali unita’ in organico. In pratica, dovendo la direzione mandare medici al pronto soccorso si potrebbe pensare di assegnare l’OBI” (l’unita’ di Osservazione Breve Intensiva) “alla diretta gestione della direzione sanitaria e ai reparti di medicina. Diventerebbe a tutti gli effetti attesa ricovero.
La gestione dell’Obi e dell’attesa ricovero dovrebbe essere a carico dei vari specialisti e diventare una struttura autonoma con una cartella clinica sotto la responsabilita’ di un dirigente diverso rispetto al Pronto soccorso e con un pool di medici dedicato con l’obiettivo di portare in un tempo rapido questi pazienti nei reparti. L’idea e’ che non devono essere i medici ad andare in ps ma i pazienti ad andare finalmente nei reparti”.
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