<strong>Napoli. “Al CARDARELLI, dopo il trasferimento dei pazienti presso altre strutture ospedaliere della zona collinare e la chiusura di uno dei due reparti Covid con utilizzo dei posti disponibili per il ricovero dei pazienti in Pronto soccorso-Osservazione breve intensiva, sembra che la situazione sia migliorata, anche se continuano a persistere in barella tra i 70 e gli 80 pazienti in attesa di ricovero presso l’area critica di emergenza”.
E’ quanto si legge in una nota della Fp Cgil area metropolitana di Napoli. “E’ doveroso a questo punto – afferma la Fp – che la Direzione strategica aziendale si faccia carico di accertare le responsabilità interne in merito a carenze organizzative e gestionali e assuma i conseguenti provvedimenti.
La principale criticità di tutti i Pronto soccorso dell’area metropolitana di Napoli, oltre l’elevato numero di accessi e la carente dotazione organica del comparto e della dirigenza, è rappresentata dal cosiddetto ‘boarding’, vale a dire dalla prolungata permanenza dei pazienti in barella in attesa di ricovero con conseguente sovraffollamento, causata dalla incapacità dei reparti di accogliere i pazienti per mancanza di posti letto disponibili”.
Secondo la Fp Cgil di Napoli “questo fenomeno è il risultato del taglio progressivo e costante, nel corso degli ultimi due decenni, dei posti letto ospedalieri, ma anche della organizzazione interna agli ospedali che continua a considerare l’area critica di emergenza, comprendente Pronto soccorso e Obi, come un corpo avulso dal resto dell’ospedale”.
La Fp Cgil chiede di “affrontare la gravissima situazione dell’area di emergenza sanitaria per arrivare a soluzioni rapide, che tamponino nell’immediato le criticità, e nel medio e lungo periodo siano capaci di rifondare alla radice il sistema di emergenza sanitaria” e ribadisce che “non accetterà nessun arretramento culturale in merito al modello di Medicina e Chirurgia di accettazione ed urgenza, che resta valido e unico riferimento per garantire la migliore assistenza in emergenza-urgenza”.
Inoltre la Fp Cgil chiede che “si faccia ogni sforzo e si metta in campo ogni iniziativa affinché si inverta l’esodo dei medici dal Ps-Obi, i quali non sono solo un numero nella casella dei turni, ma svolgono una funzione di alta specializzazione che difficilmente può essere surrogata” e che “si intervenga sulla organizzazione interna per rispondere al disagio degli operatori socio sanitari, degli infermieri e dei medici che prestano la loro attività in area critica di emergenza, ciò al fine di migliorare le condizioni lavorative, prevenendo come da normativa lo stress lavoro correlato”.
Articolo pubblicato il giorno 11 Maggio 2022 - 19:28