Napoli peggio delle favelas. Dovrebbe essere il biglietto da visita di Napoli il quartiere Vasto, perchè i turisti appena giungono alla stazione centrale si trovano proprio a girare nel centro dello storico quartiere Vasto.
Un luogo un tempo pieno di negozi, di una Napoli che si arrangiava ma lavorava, produceva ricchezza. Il Vasto dove da ogni vicolo si poteva ammirare una Chiesa antica, una vecchia cappella. Luogo privilegiato per la vicinanza alla stazione centrale.
Oggi terra di frontiera dove si necessita addirittura delle guardie del corpo per addentrarsi al suo interno. Un luogo che sembra uscito dai peggiori film. Un quartiere degradato e pericoloso. Ad ogni passo si respira la paura. La paura di poter essere imminentemente aggrediti.
Il Vasto è un quartiere sfuggito di mano, come un territorio perso e conquistato dai barbari. Ad ogni angolo rifiuti per strada, materassi e baracche improvvisate proprio in pieno centro. Proprio davanti alla sede della Cgil oppure a due passi dalla stazione. Una cartolina sfregiata di cui vergognarsi.
Un luogo che quasi lo si vorrebbe nascondere se non fosse per i pochi “superstiti” ovvero italiani nati e cresciuti nel quartiere che non si arrendono e denunciano ogni giorno lo stato di abbandono e degrado. Italiani riuniti in un comitato, il “Comitato Quartiere Vasto”. Comitato che da anni denuncia senza sosta grazie anche alla caparbietà di alcuni suoi attivisti.
Prima fra tutti Adelaide Dario da molti amici amichevolmente soprannominata la guerriera del Vasto o la tigre del Vasto. Non si è mai fermata neanche dinanzi alle minacce di alcuni immigrati che più volte in passato le hanno detto che gli e l’avrebbero fatta pagare per il suo attivismo.
Adelaide senza paura va avanti e denuncia alle istituzioni lo stato di profondo degrado in cui versa il Vasto: baracche improvvisate, marciapiedi occupati da materassi, immigrati completamente ubriachi che dormono su materassi a piazza Garibaldi, ingressi di chiese completamente occupate.
Le istituzioni devono urgentemente intervenire. La stessa Adelaide Dario dice: ”
Un amministrazione che non riesce a tutelare i commercianti e i residenti della zona ha fallito.
Molti negozi storici hanno chiuso e i giovani che hanno investito con case vacanza e nuove attività non sono tutelati, se vogliono la rinascita di questa zona devono intervenire con i fatti e non parole non è una questione di razzismo perché ci sono persone ben integrate, ma la troppa tolleranza ha messo in ginocchio un intera area è questo non tollerabile è sotto gli occhi di tutti ma restano inermi”.
Giorgio Kontovas
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