Minori a rischio: in Campania arriva “La Mia è Banda è Pop”. Un modello di giustizia riparativa attuato grazie a una rete regionale di partner.
Capofila l’associazione Chi Rom e…chi no
Il progetto ha vinto il bando “Cambio Rotta”, selezionato dal fondo di contrasto alla povertà minorile promosso
dall’ Impresa sociale Con i Bambini.
Napoli, 19 maggio – Coltelli, risse e violenza sono diventati la quotidiana cronaca che vede protagonisti e vittime i minori a Napoli e in tutta la regione. Nell’ambito di una più ampia riflessione sul ruolo della società civile e del Terzo settore nasce in Campania il progetto “La Mia Banda è Pop”, selezionato nell’ambito del Fondo di contrasto alla povertà minorile Con i bambini per sostenere i giovani nella costruzione di percorsi partecipati di riscatto ed emancipazione.
La devianza minorile è un tema delicato e complesso che si origina a partire da un intreccio di problematiche interne alla società e alle famiglie. Non è soltanto una questione privata ma richiama a precise responsabilità pubbliche e collettive. Nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre 2021 emerge che sono in aumento i minori che in Campania vittime e artefici di azioni criminali.
La “Mia Banda è Pop” si propone di contrastare il fenomeno della devianza minorile con la sperimentazione di un modello fondato sul concetto di giustizia riparativa e sul concetto di reciprocità, in termini di responsabilità e cura, tra singolo adolescente, giovane e comunità. Questo modello innovativo intende coinvolgere oltre 500 ragazzi, con percorsi differenziati per chi ha già varcato la soglia del circuito penale e fare un lavoro attento sulla prevenzione e sensibilizzazione. Circa 60 tra giovani segnalati dagli Uffici di servizio sociale del Ministero di Giustizia minorile e dai servizi sociali territoriali saranno presi in carico con percorsi di prossimità in grado di sostenerli in un processo di ricostruzione personale e collettiva.
Laboratori di teatro, scrittura creativa, radio, percorsi di formazione e tirocini di lavoro, percorsi individualizzati di sostegno personale e familiare, azioni di rigenerazione e cura dello spazio pubblico, percorsi di aggancio e sensibilizzazione. Queste alcune delle azioni e dei percorsi previsti, ma anche un “cantiere delle buone prassi” in cui coinvolgere organizzazioni, scuole, il mondo del lavoro, il pubblico e privato sociale, i servizi sociali e di giustizia minorile, il mondo della comunicazione, le università, insieme per capire e non condannare, interrogarsi e non incorrere nella dicotomia di buoni e cattivi, che condanna prima delle sentenze tantissimi ragazzi e ragazze intrappolati in paradigmi pregiudizievoli.
Capofila del progetto è l’associazione Chi rom e… chi no con sede a Napoli nel quartiere di Scampia; i partner dell’iniziativa presenti nelle diverse province della regione sono: la cooperativa L’Orsa Maggiore (Napoli); l’associazione Fhenix (Avellino); il Comitato Città Viva (Caserta); la Fondazione Città Nuova (Napoli); la cooperative Insieme a Piazza San Giovanni (Salerno); la cooperativa Sorriso (Salerno); gli istituti scolastici: I.C. Pertini-87 Don Guanella (Napoli); I.C. Sant’Angelo a Sasso(Benevento); I.C. Don G. Russolillo (Napoli); il Ministero della Giustizia Minorile con gli Uffici Servizio Sociale Minori di Napoli e Salerno; l’Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Scienze Sociali, che cura il monitoraggio, e l’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Politiche, per la valutazione d’Impatto. Il progetto si svolge in collaborazione con i Servizi sociali territoriali dei comuni coinvolti.
È un progetto regionale che si sviluppa nelle aree metropolitane di Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento. È un richiamo ad una responsabilità collettiva, per una presa in carico condivisa, al mondo degli adulti, delle comunità territoriali di riferimento, delle istituzioni, dei servizi sociali, degli enti preposti alla giustizia minorile, che ruotano intorno ai minori e ai giovani adulti, attraverso la messa a punto di strategie efficaci e azioni pervasive di prevenzione, inclusione, sensibilizzazione, reinserimento e contrasto della recidiva.
“Dobbiamo essere in grado di aprire nuove traiettorie – dichiara Barbara Pierro, Presidente di Chi rom e…chi no – in grado da un lato di costruire relazioni significative, di mettere al centro il concetto di fiducia in se stessi e negli altri, la cura per gli e le altre e per quanto ci circonda, di costruire occasioni e processi in grado di favorire la partecipazione attiva, la riscoperta dei talenti, la nascita di passioni e la capacità di mettersi in gioco, di ‘esserci’; dall’altro lato, e con eguale tenacia e competenza, dobbiamo poter mettere in discussione il mondo degli adulti, i processi di stigmatizzazione che riguardano i giovani, il concetto di devianza che passa nella comunicazione main stream e che incide nei comportamenti generali. Costruire a più mani, con corpi e voci autentiche: mettere al centro i ragazzi e le ragazze accompagnarli in un delicato passaggio di ricomposizione di identità e legami, che può determinare al meglio una vita intera”.
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. http://www.conibambini.org.
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