Anche il mercato valutario è fortemente condizionato da quello che sta accadendo nel mondo. Il dollaro continua a rinforzarsi grazie alle sue caratteristiche di divisa rifugio, ma anche le nuove strette sui tassi prospettati dalla Federal Reserve aiutano il biglietto verde a fare la voce grossa. Il dollar index in questi giorni sta registrando il massimo degli ultimi venti anni e solo il rublo, spinto dalle misure introdotte da Mosca per arginare gli effetti delle sanzioni, riesce a tenergli testa.
L’euro invece continua il suo periodo di difficoltà: ormai viene data per scontata una stretta da parte della BCE durante la prossima estate, ma è soprattutto la paura degli effetti del conflitto in Ucraina sul Vecchio Continente e la sua economia a trascinare la moneta unica verso il basso. La situazione attuale è quindi abbastanza chiara, con il cambio euro-dollaro ancora in flessione: cerchiamo di capire cosa accadrà nei prossimi mesi.
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Il forex è il mercato finanziario più grande: ogni giorno vi operano tantissimi soggetti, con un volume di scambi complessivo davvero grande. Anche in Italia molte persone hanno deciso di avvicinarsi al mercato valutario. Per capirne il funzionamento e scegliere il broker più adatto alle proprie necessità, è però importante acquisire almeno le competenze di base. A tal riguardo, può essere utile visitare portali specializzati come, ad esempio, miglioribrokerforex.com che mette a disposizione guide e approfondimenti per aiutare gli utenti ad individuare l’intermediario migliore con cui operare.
I broker che consentono di fare trading sul forex sono davvero tanti: giusto per citarne qualcuno è possibile fare i nomi di eToro, Capital,com, FP Markets, IQ Option e Trade.com. La scelta dell’intermediario più adatto alle proprie esigenze deve essere presa tenendo conto di vari aspetti, a partire dai costi, che devono essere bassi e ben chiari; sono determinanti per la scelta finale anche la sicurezza, la facilità di utilizzo della piattaforma, la qualità del servizio clienti e degli strumenti.
Ma torniamo all’attualità, puntando il focus sul cambio euro-dollaro. La coppia è ancora il balia della pressione ribassista che la valuta statunitense continua ad esercitare. Al momento il cambio si aggira intorno a 1,04 e per il futuro la maggior parte degli analisti sembra abbastanza sicura: la linea ribassista è destinata a prolungarsi ancora e c’è chi parla della possibilità che si possa arrivare alla parità tra le due monete entro la fine dell’anno.
Si tratterebbe di un vero e proprio evento, visto che l’ultimo “pareggio” tra euro e dollaro risale addirittura al 2002, venti anni fa. Per il momento, siamo già ai minimi degli ultimi cinque anni e non è una cosa da poco. Va aggiunto che quota 1,04 nelle ultime sedute si è dimostrata una resistenza in grado di sopportare bene la pressione ribassista, ma è nettamente più probabile una sua rottura che un’inversione di tendenza nel breve periodo.
I fattori che, in maniera più o meno diretta, spingono al ribasso sono diversi. Uno degli aspetti principali è rappresentato dalla notevole differenza espressa dalle politiche monetarie di Federal Reserve e Banca Centrale Europea. È vero che i mercati stanno già prezzando i rialzi (ufficialmente mai annunciati) della BCE pronosticati per luglio, ma le divergenze sono ancora evidenti. C’è poi il discorso relativo all’inflazione, senza dimenticare gli effetti della guerra in Ucraina.
Il conflitto si sta trascinando ormai da diverso tempo ed i timori di forti conseguenze sulle prospettive di crescita dell’economia nel Vecchio Continente si fanno sempre più forti. La vicinanza alla zona della guerra e la forte dipendenza energetica dalla Russia sono fattori che non possono essere ignorati. E non dimentichiamoci che il dollaro è una valuta rifugio, che in questi giorni si sta rafforzando non solo nei confronti dell’euro, ma anche verso tutte le altre valute principali.
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