E’ il giorno di Mario Martone al festival di Cannes in concorso con Nostalgia, dal romanzo di Ermanno Rea, con protagonista Pierfrancesco Favino e così un pezzo di Napoli è arrivato sulla Croisette.
Un’ottava giornata (con i Maneskin barricati nell’hotel Marriott in attesa della grande première domani di Elvis di Baz Luhrmann) che per Cannes è storica. Si celebra infatti il 75/o festival con una Montee des Marches che riunisce tanti registi premiati in passato da Paolo Sorrentino a Claude Lelouche, da Guillermo del Toro a Michel Hazanavicius, Olivier Assays tra gli altri.
“Non una celebrazione del passato ma un’occasione per guardare al futuro” come ha ribadito il delegato generale Thierry Freamaux alla cerimonia che precede la proiezione del film fuori concorso The Innocent, un dramma familiare con la regia di Louis Garrel , cui segue una cena di gala per il 75/o al Marché Forville nella città vecchia di Cannes.
Applausi all’atteso documentario fuori concorso Moonage Daydream di Brett Morgan che ha elettrizzato i fan di David Bowie e appassionato tutto il pubblico. Il film, dopo anni di lavorazione con una cura estrema del montaggio e del suono, non è il consueto biopic musicale ma una immersione nel percorso artistico di una personalità unica e sola come è stata quella di David Bowie.
Per il film il regista ha avuto accesso all’infinita David Bowie Estate con oltre 5 mila beni tra video, oggetti, interviste, film, uno scrigno dei tesori che ha utilizzato realizzando un documentario d’autore. In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni per rivedere l’anziana madre che aveva lasciato all’improvviso quando era ancora un ragazzo.
Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c’è qualcosa che lo attira, i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d’infanzia, diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata.
Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra. Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la ‘nostalgia’.
“Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film – dice Pierfrancesco Favino che per Nostalgia ha imparato l’arabo, poi un dialetto da straniero che torna in patria, infine il linguaggio napoletano – è stata per me una esperienza estremamente viscerale. Ancora oggi. tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo. E’ stato un luogo uno spazio un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori. E’ una bellissima storia di amore e di amicizia però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico.
Ognuno di noi – prosegue Favino all’ANSA – dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno, un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi. La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l’altrove e il fatto che nell’altrove ritrovi se stesso è incredibile. Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell’approdo“.
L’estrazione letteraria di Nostalgia è stata una molla per Martone. “Per la prima volta pur domandandomi il senso di questa vicenda non ho trovato risposte, mi sono affidato ad Ermanno Rea e al suo labirinto. Mi sono perso, volutamente“.
E’ stato anche, per il regista napoletano, un ritornare. “Luoghi del cinema, luoghi dell’anima“, dice. “Mi affascinavano tante cose del romanzo di Rea certamente la possibilità di fare un film tutto in un quartiere, una enclave come la Sanità che gli stessi napoletani conoscono poco e che è stata una terra di nessuno, un far west della camorra.
L’ho immaginato come un labirinto, una scacchiera, forme borgesiane in cui si immagina che dei personaggi facciano un percorso nel passato e nel presente. C’era in tutto questo una forma cinematografica che mi tentava, l’idea di fare un film non con una messa in scena tradizionale ma come cinema del reale buttandomi in strada come nel neorealismo italiano e incontrare le persone vere“.
Il film, una produzione italo-francese, Picomedia, Mad entertainment in associazione con Medusa film, va in sala dal 25 maggio in 450 copie.
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