Castellammare. Imprenditori col vizio dell’estorsione: sono questi Giovanni Cafiero, 43 anni, e Gennaro Spronello, di 40.
Sono stati arrestati ieri dai carabinieri con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiose per i legami con il clan Cesarano. Non a caso nelle intercettazioni allegate all’ordinanza cautelare firmata dal gip Emilia Di Palma, su richiesta della Dda di Napoli si legge …“devono capire con chi stanno avendo a che fare..con i guappi di via Pozzillo…quelli che comandano Castellammare da sopra e da sotto”.
La loro era una operazione di recupero crediti per conto del clan Cesarano nei confronti di un gruppo di imprenditori di Sant’Antonio Abate per una cifra di 100mila euro. In pratica non avrebbero pagato delle forniture a una ditta “amica” del clan Cesarano.
E così dal 2020 era cominciate minacce, telefonate e richieste di soldi. L’azienda di sant’Antonio Abate finta nel mirino dei due del clan Cesarano non aveva pagato una fattura del 2017 da circa 100mila euro ad una azienda casertana il cui socio è amico di Cafiero.
E per questo motivo l’imprenditore floricolo aveva chiesto con insistenza a Spronello di “stare addosso” ai titolari della dita abatese fino a quando non avrebbero recuperato i soldi. Spronello tra l’altro non è nuovo ad operazioni del genere.
Era stato infatti arrestato nel giugno scorso per una estorsione ai danni di una nota azienda bufalina di Eboli. Spronello lavora infatti nel mondo del latte visto che esercita il trasporto per conto di una società del figlio del noto imprenditore stabiese Adolfo Greco condannato nel novembre scorso a 8 anni di carcere nell’ambito del processo Olimpo per legami con i clan stabiesi.
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