Blitz di agricoltori, allevatori e cittadini arrivati a Roma da diverse regioni contro l’invasione dei cinghiali, per chiedere di fermare una calamita’ che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali e causa incidenti stradali con morti e feriti.
A piazza SS.Apostoli la Coldiretti ha chiamato a raccolta il fronte sempre piu’ largo di chi chiede di abbattere questi animali che hanno raggiunto i 2,3 milioni di esemplari in tutto il Paese. L’81% degli italiani vuole affrontare l’emergenza con la loro uccisione, incaricando personale specializzato e il 26% si e’ trovato a tu per tu con gli ungulati, tanto che la Coldiretti, con il suo presidente, Ettore Prandini, dice di essere pronta a chiedere “l’intervento dell’esercito”.
Sul palco anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, delegato dal ministro Speranza per l’emergenza peste suina. “Basta cinghiali che fanno danni e mettono a rischio l’incolumita’ pubblica. Dobbiamo ridurli drasticamente”, dice e poi in un tweet incalza: “Non facciamoci intimidire dagli animalisti da salotto. Io sto con gli allevatori e gli agricoltori”. Costa ha quindi annunciato un’ordinanza per l’ abbattimento e per il prolungamento dell’ attivita’ venatoria, ma “servono piu’ fondi”.
“E’ una vera e propria bomba a orologeria”, dicono dal canto loro gli allevatori, Tra Liguria e Piemonte i casi sono saliti a 131, dopo i nuovi tre riscontrati in Piemonte, e a 30 i comuni coinvolti nelle due regioni, concentrati nelle province di Alessandria e di Genova e 13 casi di Roma, uno nel reatino. Caso questo che preoccupa, dice il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, per “la minaccia” che puo’ rappresentare per il Centro Italia mettendo in pericolo un prodotto tipico come il guanciale amatriciano e tutti i salumifici della zona “che rischiano di bloccare in via preventiva la movimentazione delle carni suine, suscitando allarme anche nelle Regioni adiacenti: 860 allevamenti e 190 mila capi in Umbria e altri 800 con 70 mila suini, in Abruzzo”.
Da qui l’appello degli allevatori: “Bisogna agire in fretta”. “Mentre altri Paesi hanno gia’ preso efficaci contromisure per l’abbattimento dei cinghiali, da noi – dicono presidente e dg di Aia, Associazione Allevatori, Roberto Nocentini e Mauro Donda – si sta perdendo del tempo con il rischio di una diffusione della Peste suina ai suini d’allevamento”.
A rischio, secondo Coldiretti, la sopravvivenza di 31 mila allevamenti italiani e un comparto che vale 20 miliardi di euro l’anno che occupa 100 mila persone nella filiera dei salami, mortadella e prosciutti. E se da un lato si chiede di abbattere i cinghiali, in Campania e’ protesta per fermare l’abbattimento delle bufale e sospendere e modificare il piano anti-brucellosi. Battaglia costata un malore al portavoce del coordinamento Unitario degli allevatori bufalini, da dieci giorni in sciopero della fame dopo l’abbattimento di 140 mila bufale di cui, riferiscono, solo l’1,4% infetto.
Nel mondo intanto mette paura l’ avanzata dei casi di aviaria: a partire da ottobre 2021 identificati quasi 3.000 focolai in allevamenti di pollame in Europa, Asia, Africa e Nord America, che hanno reso necessario abbattere oltre 77 milioni di uccelli per arginare la diffusione del virus; nello stesso periodo circa 400.000 uccelli selvatici sono morti in 2.600 focolai: un numero doppio rispetto a quello registrato nell’ultima grande ondata di aviaria, fra il 2016 e il 2017 rileva la rivista Nature, sul suo sito, secondo la quale questa altissima circolazione, fa temere che possa avvenire un nuovo salto di specie, ossia che questo virus possa mutare fino a diventare contagioso per l’uomo.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2022 - 17:35