Se c’è una città che, sia in Italia che nel mondo, sa incantare tutti per il suo fascino, i suoi colori, la sua tradizione, la sua musica, il suo folklore e, perché no?, anche la sua cucina quella è di sicuro Napoli. Il capoluogo campano bagnato dalle acque del mare e che si estende fino a perdita d’occhio è come un vero e proprio concentrato di misteri e tradizioni popolari che hanno saputo “tenere botta” al passare dei secoli.
Infatti, degli elementi che sono resistiti fino ad ora ed il cui passaggio è innegabile, sono la Cabala e la Smorfia Napoletana. Degli elementi tipici della cultura partenopea ben noti agli abitanti del luogo, ma forse un po’ meno ai “forestieri”. Proprio per questo motivo è quanto mai opportuno fare un po’ di chiarezza in merito perché, a dispetto del loro nome, il loro significato non è letterale.
Qual è dunque il loro significato e di che cosa si tratta esattamente? Bene, per scoprire la risposta a queste e ad altre domande vi invitiamo a proseguire con noi la lettura alla scoperta della Cabala e della Smorfia Napoletana!
La Cabala Napoletana non è la versione partenopea della pratica esoterica così tanto di moda tra i VIP, come Madonna, e gli esponenti della New Age, ma bensì si trattava di una specie di antica associazione che si occupava della tutela, della promozione e della valorizzazione degli artisti napoletani in tutto il territorio campano ed italiano ove possibile.
Dei residui di tale associazione sono rinvenibili ancora al giorno d’oggi con alcuni degli affreschi che decorano la volta della Cappella di San Gennaro in pieno centro storico a Napoli, ma per onore del vero va anche ricordato che tale associazione non andava molto per il sottile con chi non le andava a genio oppure infrangeva le regole.
Delle cronache dell’epoca riportano infatti dei metodi piuttosto maneschi con chi tradiva la causa oppure, provenendo da un’altra regione italiana, andava a prestare la sua opera alla città. Insomma, ci siamo capiti quindi passiamo ad altro.
Con la Smorfia Napoletana non si intende il celeberrimo trio di cabaret formato dal compianto Massimo Troisi assieme ad Enzo Decaro e Lello Arena, ma bensì un libro che interpretava i sogni abbinandoli a dei numeri che potevano essere giocati al lotto o simili (e probabilmente non con le slot).
Nato verso il XVI Secolo quando, in tutta Italia, stava cominciando a diffondersi il Gioco del Lotto, la pubblicazione del libro sulla Smorfia Napoletana ha pensato bene alla cultura partenopea stessa in maniera tale che fosse possibile abbinare i numeri a situazioni reali della vita di tutti i giorni.
Questi numeri vanno dall’uno fino al novanta ed ognuno di essi rappresenta “un mondo a sé” universalmente riconosciuto. Ad esempio, se all’Italia viene dato il numero uno, ad altri “personaggi” come ‘o muorto che pparla ha il 48 oppure ‘a paura ha il classicissimo 90.
Se quindi vi fate un giro per i vari quartieri e cominciate a sentire un po’ di numeri, beh, magari si sta cercando di dare un significato ad un sogno. E voi? Sognato qualche numero di recente?
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