Vicente Hernández/foto cs
Venerdì 29 aprile, alle ore 18:30 presso il Museo-FRaC Baronissi, sarà inaugurata la mostra Vicente Hernàndez. Argonauta a Positano.
L’esposizione promossa dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea Baronissi in collaborazione con l’Associazione Positano Arte e Cultura, si iscrive nell’ambito di un progetto di ricerca attento alle esperienze di artisti stranieri che hanno o che soggiornano in Campania e, in particolare, in Costa di Amalfi.
Una prospettiva inaugurata con la mostra dedicata al soggiorno positanese di Peter Ruta e, nel 2015 quella dedicata a Peter Willburger.
Curata da Massimo Bignardi, propone uno spaccato di opere, poco più di venticinque dipinti ad olio su tela, realizzati dall’artista cubano Vicente Hernández in occasione del soggiorno a Positano, nel settembre del 2019, ospite di Enzo Esposito.
“Vicente Hernández – scrive Bignardi nel catalogo pubblicato da Gutenberg Editore – ci accolse nella sua temporanea dimora: all’interno, su di un improvvisato cavalletto, il paesaggio appena abbozzato della gola che si scorge dalla terrazza, la spiaggia, gli scogli e, in alto, la torre di Clavel; sul lato la buganvillea, con il viola dei petali appena bruciato del fresco vento di un autunno ancora addolcito dal sole.
Sulle pareti altre piccole tele, tratteggiate da segni che riassumevano angoli della costa; uno scorcio di Atrani con la chiesa e il campanile della Collegiata della Maddalena, le bianche case di Praiano sparse nel verde dei pendii.
Hernández è un giovane pittore cubano, originario di Batabanó, un ‘pueblo pequeño’ sulla costa meridionale dell’Avana. Un pittore nel vero senso della parola, aperto a linguaggi attuali.
Una pittura, la sua, che affonda le radici nella cultura artistica caraibica, nell’amalgama di una figurazione sorretta sia da una sorta di realismo – sarei propenso ad accogliere il termine iperrealista, tenendolo, però, a bada dalla pittura statunitense dei primi anni settanta –, reso dalla visione accorta a non tralasciare i dettagli anche i più ingenui della narrazione, che lo sguardo affida alla pittura, sia dal suo cedere ai voli della fantasia, immergendosi nei territori della fantascienza, facendo spazio al simbolico, mantenendosi in quota con il reale della vita. Certamente la sua pittura non ha alcun retaggio surrealista”.
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