Erano stati rinviati a giudizio dinanzi alla Corte di Assise di Napoli con l’accusa di sequestro di persona, lesioni e rapina, in concorso.
Antimo Russo 55 anni di Villaricca e Angelo Rabuano, 45, di Qualiano, entrambi con la recidiva infraquinquiennale, erano accusati di aver attirato la vittima in un tranello e di averla d’apprima sequestrata e condotta in un vecchio piazzale abbandonato e poi rapiranata e picchiata.
Il motivo, un debito di 10.000 che la vittima non avrebbe adempiuto nei confronti del creditore Antimo Russo, che con il tempo, a detta della vittima, si sarebbe trasformato in una sorta di usura, atteso il maggior esborso cui ha dovuto far fronte.
Tutto l’ingente materiale probatorio raccolto dagli inquirenti (analisi tabulati telefonici, sit dei testi della Accusa, deposizioni processuali e querele) aveva attestato già in primo grado la infondatezza del castello accusatorio, che mirabilmente era stato sgretolato dall’abile penalista Avvocato Massimo Viscusi, che aveva portato alla assoluzione di Angelo Rabuano e alla condanna dell’altro imputato alla pena di 2 anni (la Procura chiedeva 5 anni e 3 anni per R.A.)
La Corte di Assise di Appello di Napoli, VI sezione, Presidente Averno, ha assolto, perché il fatto non sussiste, il 55enne napoletano, all’esito della controreplica di discussione dell’avvocato Massimo Viscusi e della replica della Procura Generale (che aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado)
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