“La sentenza ci lascia delusi. Sembra che la giustizia italiana si sia adagiata sulle tesi difensive dell’imputato”. Cosi’, in una nota, l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) ha commentato la sentenza con la quale la Corte di Appello di Napoli ha condannato l’imprenditore svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, 74 anni, per l’omicidio colposo dell’operaio dello stabilimento Eternit di Bagnoli Antonio Balestrieri, lo ha assolto per il decesso del collega Franco Evangelista, mentre per le restanti sei vittime il reato di omicidio colposo e’ stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.
Nel processo che si e’ concluso oggi la Procura di Napoli ha sostenuto che le otto morti fossero riconducibili all’esposizione prolungata e senza protezione alle fibre dell’amianto. “Naturalmente prendiamo atto delle diverse prescrizioni e della condanna a soli 3 anni e 6 mesi – ha aggiunto Bonanni – per questi motivi confidiamo nella giustizia divina presso la quale l’imputato dovra’ rispondere anche dei reati prescritti che comunque sono rappresentazione dell’esistenza del reato, anche se la giustizia non e’ stata tempestiva”.
“Per un caso comunque c’e’ la condanna. Solleciteremo l’impugnazione del procuratore generale contro la derubricazione”, conclude il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. “Una sentenza che non fa giustizia: non ci aspettavamo che venissero accolte le richieste del pubblico ministero, ma confidavamo in una sentenza più severa, che avesse la forza di riportare al centro del dibattito la questione amianto, il tema della sua pericolosità e la necessità di portare avanti le bonifiche e di avviarle nei tanti siti ancora presenti con tutto l’assunzione di responsabilità penali. Soprattutto alla luce dei documenti processuali prodotti nel corso del dibattimento. È una ‘condanna-non-condanna’ di una sentenza a metà”.
Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commenta la sentenza. “Non si può pensare – ha proseguito Ricci – che la morte di una persona valga appena 3 anni e 6 mesi, che per un’altra non ci sia responsabilità, mentre le altre sei vittime le ha uccise la giustizia lenta che ha fatto sì che le colpe per quelle morti andassero in prescrizione.
Ci sarà il giudizio d’appello e noi – ha concluso il segretario generale Cgil Napoli e Campania – continueremo ad essere al fianco dei familiari e delle associazioni per fare tutto quanto è ancora possibile per ottenere un verdetto più severo”. La Corte di Assise di Napoli ha assolto Schmidheiny (con la formula “il fatto non sussiste”) per l’omicidio colposo di Franco Evangelista deceduto a causa del mesotelioma pleurico il 16 ottobre 2009.
Evangelista non era un dipendente dell’Eternit di Bagnoli e il danno arrecatogli era stato definito di natura ambientale. Per le vittime Salvatore De Simone, Gennaro Esposito, Angela Prisco, Antonio Rocco, Vincenzo Russo e Assunta Esposito l’omicidio colposo contestato all’imprenditore svizzero si e’ estinto per sopraggiunta prescrizione. Schmidheiny e’ stato condannato anche al risarcimento dei danni nei confronti della parti civili (tra le quali figurano anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri la Regione Campania e la Cgil nazionale e regionale), e delle spese.
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