Eboli. Ha perso la vita per un atto di quella generosità che la contraddistingueva da sempre, ma adesso, almeno, i suoi cari potranno ottenere un po’ di giustizia.
A conclusione delle rapidissime indagini preliminari, il Pubblico Ministero della Procura di Salerno, dott. Alessandro Di Vico, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale, con l’aggravante di aver causato lesioni personali gravi anche a un’altra persona, per Luigi Trinca, 27 anni, di Eboli, il giovane che ha investito e ucciso con il suo autocarro Giuseppina Tangredi, di appena 52 anni, residente a Campagna, e gravemente ferito un’altra donna mentre attraversavano la strada sulle strisce pedonali a Eboli.
Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale, dott. Vincenzo Pellegrino, ha fissato per il 3 maggio 2022, alle 9, presso la palazzina C della Cittadella Giudiziaria, l’udienza preliminare di un processo da cui i familiari della vittima, assistiti e già risarciti da Studio3A, si aspettano tuttavia una risposta anche dalla giustizia penale.
Il tragico incidente è accaduto il 5 novembre 2021, alle 19.30, in via Tavoliello, all’altezza del civico 91, proprio di fronte al noto negozio di prodotti per animali gestito dalla signora Tangredi nel centro di Eboli, “Il boss del pet garden”. La titolare, che era sempre cortese e squisita con la clientela, si era offerta di aiutare ad attraversare la strada una cliente, peraltro sua coetanea e concittadina di Campagna, che per un infortunio camminava con l’ausilio di una stampella ortopedica e che per di più era impacciata avendo diverse borse della spesa.
Le due donne si sono fermate pochi istanti a scambiare due parole all’esterno dell’esercizio e poi, dopo essersi divise le buste, si sono dirette verso le strisce pedonali e hanno iniziato l’attraversamento. E’ stato allora che è piombato su di loro a forte velocità, come accertato dai carabinieri di Eboli che hanno effettuato i rilievi, il furgone cabinato Fiat Iveco condotto dall’imputato, che si è accorto troppo tardi dei due pedoni e, nonostante la brusca e tardiva frenata, le ha investite in pieno.
Il resto, purtroppo, è tristemente noto: le due donne sono state trasportate all’ospedale di Eboli, ma mentre la cliente del negozio, pur avendo riportato pesanti traumi per una prognosi di oltre trenta giorni, si è salvata, Giuseppina Tangredi non ce l’ha fatta, troppo gravi i politraumi, soprattutto cranici, riportati nell’impatto contro il furgone e poi nella rovinosa caduta a terra: è spirata dopo una settimana di agonia, il 12 novembre, lasciano nel dolore i suoi congiunti.
La Procura salernitana ha subito aperto un procedimento penale per omicidio stradale a carico del conducente del mezzo investitore e non c’è stato bisogno di disporre particolari accertamenti sulla già chiara dinamica dell’incidente anche perché, altra particolarità di questa drammatica vicenda, tutte le fasi dell’incidente sono state immortalate delle telecamere di video sorveglianza dello stesso negozio i cui filmati sono stati prontamente acquisiti e vagliati dai carabinieri e non hanno fatto che confermare le gravi colpe e l’esclusiva responsabilità dell’imputato.
Du qui dunque la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti formulata dal magistrato, per aver causato la morte della vittima e lesioni personali all’altra donna, “per colpa, imprudenza, negligenza e imperizia nonché in violazione delle norme che regolano la circolazione degli autoveicoli (…), non avvedendosi della presenza dei pedoni che erano intenti ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, investendoli violentemente e scaraventandoli al suolo” per citare l’atto del Pm.
I congiunti della vittima, per essere seguiti, attraverso il consulente legale dott. Vincenzo Corotenuto, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto per i suoi assistiti un equo risarcimento per la loro terribile perdita dalla compagnia di assicurazione del mezzo, ma adesso confidano di ricevere anche un impostante segnale sul fronte penale per rendere piena giustizia alla loro cara.
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