Non saranno arrestati, come richiesto dal pubblico ministero, i 64 giovani – una parte dei quali residenti tra CASERTA e Napoli – indagati dalla Procura de L’Aquila per falso e truffa in relazione al concorso per maresciallo della Guardia Finanza datato 2019.
Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame de L’Aquila, che ha rigettato l’istanza del pm accogliendo le argomentazioni dei difensori degli indagati. Il collegio e’ composto, tra gli altri, dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, Angelo Raucci, Maria Rosaria Duonnolo, Giuseppe Stellato, Bernardino Lombardi.
Per l’ufficio inquirente abruzzese, gli indagati sarebbero “concorsisti di professione” il cui ruolo era di sostituire i “candidati veri” ai concorsi per l’ingresso nelle forze armate; degli “attori” o “controfigure” dunque, che avrebbero garantito, dietro compenso offerto dai promotori dell’associazione a delinquere, il passaggio delle selezione incriminata ai veri aspiranti finanzieri.
Nelle scorse settimane il giudice per le indagini preliminari del tribunale de L’Aquila aveva gia’ rigettato la richiesta della Procura di disporre misure carcerarie e di arresti domiciliari per i 64 giovani.
La Pubblica Accusa basava il proprio teorema accusatorio su intercettazioni ambientali e telefoniche, su sequestri e servizi di osservazioni ed era arrivata ad ipotizzare che per ogni sostituzione di persona era stata pagata la somma di dieci mila euro.
Ieri il teorema dell’Accusa non ha retto dinanzi al Tribunale del Riesame. Ora la palla ripassa al pubblico ministero per decidere se esercitare o meno l’azione penale.
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