La piccola Arianna aveva appena tre mesi quando un grave episodio di malasanità in Campania la rese tetraplegica, sorda e ipovedente.
Le fu somministrato per errore e per ben 14 giorni il tiopentone sodico, un farmaco per adulti vietato in ambito pediatrico e attualmente utilizzato per l’eutanasia nei Paesi dove e’ consentita.
La sua famiglia dal 2011 porta avanti senza sosta una battaglia giudiziaria e burocratica per ottenere giustizia. Ora ad Arianna Manzo, che ha 17 anni, e che e’ stata ribattezzata la ‘bimba di legno’, e’ stato finalmente riconosciuto un risarcimento di oltre 3 milioni di euro che – gestiti da un giudice tutelare – consentiranno alla ragazza cure adeguate e un’abitazione consona per le sue esigenze.
Alcuni medici dell’ospedale Cardarelli sono ritenuti responsabili dei danni permanenti provocati ad Arianna. Secondo quanto rende noto l’avvocato Mario Cicchetti, legale di Eugenio Manzo e Matilde Memoli, i genitori di Arianna, alle 15 di martedi’ prossimo – con la stesura dell’atto transattivo negli uffici della presidenza della Giunta regionale della Campania, alla presenza del governatore Vincenzo De Luca, e di tutte le parti processuali coinvolte – si scrivera’ l’ultimo capitolo della triste vicenda giudiziaria della ragazzina.
In sostanza le e’ stato accordato in via giudiziaria un risarcimento che in tutti questi anni ha tardato ad arrivare, a causa di mille intoppi burocratici, fino alla buona notizia di oggi.
La ragazza necessita di cure indispensabili alla sua sopravvivenza, oltre che di una assistenza continuativa attraverso personale altamente specializzato nell’arco delle ventiquattr’ore che i genitori, ormai, non sono piu’ in grado di garantirle. In questi anni a dare loro supporto e’ stato un noto imprenditore che ha donato 30mila euro a patto che rimasse assolutamente anonimo.
Ma finalmente ora la reclusione alla quale era stata costretta e’ prossima alla fine. “In considerazione delle ampie rassicurazioni che mi sono state fornite, – dice l’avvocato Mario Cicchetti – posso affermare che l’obiettivo e’ stato, seppur con estrema fatica, raggiunto.
La direzione dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli e l’Asl di Salerno si sono rese disponibili per quanto loro possibile. Arianna, in favore della quale verra’ versato un risarcimento di piu’ di tre milioni di euro che verra’ interamente gestito da un Giudice tutelare, potra’ quindi finalmente ipotizzare una vita piu’ dignitosa, accedendo a delle cure appropriate e adeguando l’abitazione alle sue reali esigenze”.
Il processo di primo grado fu vinto dalla famiglia nel settembre del 2019; il Cardarelli oppose un ricorso contro la sentenza che e’ attualmente pendente davanti ai giudici d’appello di Salerno.
In entrambi i gradi di giudizio su richiesta dei genitori e del loro avvocato sono state espletate due consulenze l’ultima delle quali, su loro specifica richiesta, redatta da specialisti extraregionali (tre periti siciliani guidati dal professore Cristoforo Pomora) che hanno raggiunto tutti le medesime conclusioni.
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