Il Tribunale di NAPOLI ha emesso due decreti di sequestro di beni, finalizzati alla confisca, ai sensi della normativa di prevenzione antimafia, nei confronti di Antonio Lucci, 57 anni e Giorgio Tranchino, 40 anni, Lucci, attualmente in regime di detenzione domiciliare, è pluripregiudicato per associativi comuni, lotto clandestino e violazioni in materia di armi, nonché per essersi distinto a capo di un gruppo criminale con origine nel quartiere cittadino di Secondigliano, ma inserito nella storica e potente organizzazione camorristica denominata clan Moccia, egemone nei comuni della provincia a nord di NAPOLI.
In tale veste si è reso responsabile di usura, estorsione e corruzione delle aste giudiziarie nei comuni di Frattamaggiore, Casoria e Afragola.Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa sei milioni di Euro ed è composto da numerosi immobili, imprese nel settore del parcheggio/autorimessa e rapporti finanziari. Trancino è pregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
E’ in atto sottoposto al regime della detenzione domiciliare, scontando la pena definitiva di 8 anni e 4 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli per la partecipazione al già descritto clan MOCCIA, in particolare quale esponente dell’articolazione territoriale di Casoria; in ragione anche del vincolo di parentela con il suocero, Antonio Lucci, Tranchino era deputato ad assolvere alla delicata funzione di intermediario tra il gruppo dirigente e le diverse articolazioni territoriali del sodalizio.
Il decreto ha disposto il sequestro di beni intestati al Tranchino ed alla moglie, avendo le indagini dell’Area Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli dimostrato la stridente sperequazione tra ricchezza accumulata ed entità di redditi leciti dichiarati dal nucleo familiare del proposto. Il valore del patrimonio sottoposto a sequestro ammonta a circa 360.000 euro ed è composto da un appartamento e 6 saldi attivi di rapporti finanziari.
Il Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine ribadisce che “i 6,5 milioni di Euro in beni di vario tipo, sequestrati su proposta del Questore di Napoli, si sommano agli oltre 740 Milioni sequestrati a partire dal 2020 dalla Polizia di Stato, in attuazione della strategia di contrasto all’accumulo di patrimoni illeciti portata avanti dalla Direzione Centrale Anticrimine mediante le misure di prevenzione patrimoniali proposte dai Questori, talvolta in forma congiunta con le Procure competenti”.
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