Camorra: il consigliere di Lecce ‘prese denaro da affiliato clan per fare acquisire servizio raccolta olio a impresa vicina ai Moccia’.
Il consigliere comunale Andrea Guido, posto oggi agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione con aggravante mafiosa, nell’ambito del maxi blitz dei carabinieri del Ros e del Gico della Guardia di Finanza contro il clan camorristico Moccia, quando era assessore all’Ambiente del Comune di Lecce nel 2017 ha ricevuto 2.500 euro quale anticipo della somma di 5.000 euro da Francesco Di Sarno.
Il denaro l’avrebbe ricevuto, si legge nell’ordinanza del gip di Napoli, per fare acquisire alla Soloil Italia (braccio economico del clan Moccia) l’affidamento del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto nella citta’ di Lecce e negli altri comuni del consorzio dell’ambito di riferimento, “nella consapevolezza di agevolare gli interessi del potere economico-criminale del clan Moccia in Puglia, incrementandone la forza finanziaria e militare”.
Ma non solo lui: anche vicepresidente del Consiglio comunale di Bari Pasquale Finocchio (arrestato oggi e posto ai domiciliari), al faccendiere Giuseppe D’Elia (ai domiciliari) e a Roberto De Falco (indagato), referente provinciale di Forza Nuova nel capoluogo pugliese, gia’ coinvolto nell’assalto alla sede della Cgil a Roma.
Nell’ambito delle indagini che hanno portato al maxi blitz dei carabinieri del Ros e del Gico della Guardia di Finanza di Napoli contro il clan camorristico Moccia, i tre sono accusati di traffico mafioso di influenze illecite.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbero concorso esternamente “all’associazione di tipo mafioso del clan Moccia fornendo un efficace, cosciente e volontario contributo funzionale” al rafforzamento del clan, in particolare occupandosi “di accrescerne la forza criminale ed economica” tramite l’affermazione della societa’ Soloil Italia “gestita dall’associazione mafiosa” e di proprieta’ di Francesco Di Sarno, affiliato al clan e uomo di fiducia di Antonio Moccia, favorendo il reimpiego dei capitali illeciti nell’economia legale imponendo il monopolio dell’azienda con metodi mafiosi.
Roberto Falco e’ ritenuto legato al sodalizio del clan Parisi egemone a Bari, ed e’ accusato di aver favorito i rapporti tra Di Sarno e Finocchio (all’epoca vicepresidente del Consiglio comunale in quota Pdl) per strumentalizzare la pubblica amministrazione in favore del clan. Avrebbe inoltre imposto a una serie di attivita’ commerciali il servizio della ditta Soloil Italia e intrattenuto rapporti con esponenti della criminalita’ leccese e foggiana.
Pasquale Finocchio, attraverso De Falco e dietro compenso economico, avrebbe agevolato in Puglia l’espansione della Soloil Italia, rimuovendo tutti gli ostacoli burocratici e facilitando il rilascio dell’Autorizzazione unica ambientale da parte della citta’ metropolitana di Bari e del Comune di Modugno, e garantendo l’assenza di controlli amministrativi.
Avrebbe inoltre fatto pressioni su esponenti politici locali (tra cui il sindaco di Casarano) e talvolta imposto, con metodo mafioso, l’azienda Di Sarno a societa’ terze, tra cui la Ladisa di Bari. Anche D’Elia Giuseppe avrebbe favorito l’azione della Soloil Italia agevolandone i rapporti con i politici locali tra cui l’allora assessore del Comune di Lecce, Andrea Guido, con cui e’ stato concluso un accordo corruttivo nel 2017, e che oggi e’ stato arrestato.
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