Caserta. Clan Piccolo-Letizia: la squadra mobile di Caserta esegue otto misure cautelari per associazione per delinquere tra gli arrestati anche il fratello del pentito Primo Letizia.
La Squadra Mobile di Caserta, con la collaborazione di quella di Asti, del Reparto Prevenzione Crimine Campania e di personale della Polizia Scientifica di Caserta, ha dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere in carcere e con il beneficio dei domiciliari, emessa dal gip di Napoli, nei confronti di otto indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, consumata e tentata, detenzione e porto di arma clandestina e danneggiamento, reati continuati e in concorso, e aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa per agevolare il clan Piccolo – Letizia tra Marcianise, Macerata Campania, Capodrise e i paesi limitrofi
. I fatti contestati risalgono prevalentemente all’anno 2019, con alcuni episodi commessi in continuazione fin dal 2013.In carcere elementi di primo piano, quali Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo); ai domiciliari Ottavio Antonio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino.
Il provvedimento è uno sviluppo di quello che ha portato l’8 aprile 2019 all’arresto di 30 pregiudicati per associazione a delinquere di tipo mafioso poichè appartenenti ai clan Piccolo-Letizia e clan Perreca, quest’ultimo federato con il primo, storicamente in aperta e armata contrapposizione con la cosca dei Belforte. Gli arresti odierni colpiscono il nucleo che si era riformato del gruppo criminale, mettendo in luce fasi funzionali alla pianificazione e alla realizzazione di estorsioni, alcune precedute da intimidazioni per gli imprenditori taglieggiati, operanti nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro). La richiesta di ‘pizzo’ era anche di 2/3000 euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali. Diversi i raid con colpi d’arma da fuoco contro le sedi delle aziende per costringere i titolari a pagare.
Già nel corso delle indagini, sequestrata una pistola semiautomatica cal. 9×21, con matricola abrasa, completa di caricatore contenente 16 cartucce, arresto in flagranza di uno degli indagati e denuncia del complice. L’inchiesta si basa su dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia. Perquisizioni personali e domiciliari contestuali alla notifica del provvedimento.
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