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Arzano, il video dell’attentato contro il giornalista anticamorra Mimmo Rubio

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Arzano. Bombe e clan, ad Arzano nessuno si sente al sicuro. Erano le ore 1,39 del 29 agosto 2018. Siamo nel pieno di una notte di fine estate. La cittร  era silente. Non una sola auto transitava a quellโ€™ora in piazza Cimmino, nel centro storico della citta.

A raccontarlo lo stesso cronista dal suo profilo social. “Mi trovavo in quel momento al secondo piano di casa mia, ancora sveglio, seduto in poltrona a guardare la TV. Nel piano sottostante cโ€™era mia madre, giร  a letto a dormire da alcune ore, insieme ad una sua sorella che era venuta a trascorrere in famiglia qualche giorno di vacanza dalla Toscana.

Allโ€™improvviso si sentirono insoliti e forti rumori di rombi di motori provenire dalla strada, dovuti allo sfrecciare di un corteo di moto ed auto. A bordo complessivamente oltre una decina di โ€œguappiโ€ (di cartone!) che scortavano il capo clan. In quel periodo non cโ€™era la faida interna al clan della 167 di Arzano che viviamo attualmente e che si รจ poi estesa nellโ€™area metropolitana a nord di Napoli. Erano tutt’uno, un sodalizio unito.

Il reggente del clan, secondo le informative delle forze dellโ€™ordine, era in quel periodo, Giuseppe Monfregolo, alias โ€œo uallarusoโ€ poi arrestato nove mesi dopo, ad Afragola al termine di un blitz durato due ore e con lโ€™utilizzo di elicottero dei reparti speciali dei carabinieri in una palazzina in via vico Duca Degli Abruzzi, dove il latitante si nascondeva in un appartamento allโ€™ultimo piano. Monfregolo รจ attualmente libero.

Non ci sono sentenze passate in giudicato ( ossia complete del terzo grado) Il ras Cristiano era invece in carcere (accusato in quella fase del duplice omicidio avvenuto nel 2014 in un centro estetico del capozona dei Moccia, Ciro Casone, e di una vittima innocente, Vincenzo Ferrante, poi assolto dallโ€™accusa). Da un giorno รจ stato anchโ€™egli scarcerato ed รจ quindi liberoโ€.

โ€œCome si puรฒ vedere dal video โ€“ precisa Rubio – questo โ€œcorteo di camorristiโ€ fece un doppio giro in piazza Cimmino poi una delle moto si fermรฒ a ridosso di Vico Luigi Piscopo e dalla stessa fu lanciata una prima bomba carta sotto il balcone della mia abitazione, unโ€™altra moto, invece, con in sella due camorristi, tornรฒ indietro e parcheggiรฒ la moto di fronte casa mia. Quello seduto dietro scese e lanciรฒ poi una seconda bomba carta direttamente sul balcone di casa mia, al secondo piano.

Il boato per lo scoppio potente di questโ€™ultima, fece tremare lโ€™intero palazzo e quello delle abitazioni dei miei vicini, e svegliรฒ lโ€™intera cittร . Prima di queste bombe cโ€™erano stati due raid intimidatori sotto casa mia, รจ sempre di notte (entrambe intorno alle ore 0,30) con โ€œcorteiโ€ di auto e moto che bloccarono il transito a chiunque.

Poi potentissime e interminabili batterie di fuochi dโ€™artificio furono accese davanti alla mia abitazione con una quindicina di โ€œspettatoriโ€, tutti soggetti del clan e loro familiari, e tutti, come si vede nei video, ad indicare e guardare verso casa mia. Episodi intimidatori ed autori che sono stati tutti identificati dai Carabinieri e sono oggetto di relativa inchiesta giudiziaria (aspettiamo ancora gli sviluppi processuali) Queste intimidazioni della camorra, comprese quelle che hanno riguardato il collega Bianco (bloccato da uomo armato sotto casa), sono anche agli atti a corredo del terzo scioglimento del comune di Arzano per camorraโ€.

Nella fattispecie il clan della 167 e i Monfregolo che ne erano reggenti in quel periodo non avrebbero perdonato al giornalista Rubio la sua denuncia da โ€œARZANO NEWSโ€ relativa ad una mega festa abusiva nel rione del clan con tanto di musica ad alto volume ed esibizioni di cantanti neo melodici e spari di fuochi dโ€™artificio. Festa abusiva e fuochi che avevano sollevato le proteste di tantissimi cittadini. Il capo clan festeggiava la sua mamma.

Alla cosca non piacque nemmeno la denuncia giornalistica relativa all’apertura di una sala scommesse in via Roma, a pochi passi dal Comune, dietro le quali si nascondono spesso le lavanderie della camorra. Al Comune non vedevano, non sentivano e non parlavano. Ci pensarono poi i carabinieri a chiuderla. Per la politica arzanese, la camorra era solo una โ€œinvenzioneโ€ dei giornalisti.

Le intimidazioni non sono poi finite qui. Nel 2020, durante la prima fase del lockdown, la cittร  di Arzano finรฌ in zona rossa. Nella circostanza ci furono forti manifestazioni di protesta che attirarono lโ€™attenzione anche dei media nazionali. Alle legittime e condivisibili proteste dei commercianti si associarono e infiltrarono anche esponenti legati alla criminalitร  organizzata.

Le proteste sarebbero state fomentate, anche da spezzoni della politica locale coinvolti negli scioglimenti per camorra. Emblematico lโ€™audio girato su un gruppo whatsApp, agli atti dellโ€™inchiesta, in cui un personaggio legato al clan della 167 di Arzano che guida la rivolta dice โ€œMoโ€™ a politica adda faโ€™ o patt e sang cu nuiโ€ (ora la politica deve fare il patto di sangue con noi!) E finรฌ di nuovo nel mirino di plateali intimidazioni e minacce unitamente alla coordinatrice della Commissione Straordinaria, il vice prefetto Gabriella Dโ€™Orso.

Da quel momento la tutela fu rafforzata con la scorta. โ€œClan, cani sciolti, politica collusa e colletti bianchi mi vorrebbero zittire. Sono un loro nemico. Ne vado onorato, insieme a quanti si oppongono a questo marcio”.

Luigi Vanacore


Articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2022 - 11:44


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