Le ultime restrizioni da Covid – mascherina e Green pass – rimarranno ancora per settimane nei luoghi chiusi. All’aperto, invece, l’Italia si prepara a respirare, sempre con l’occhio all’andamento dei contagi.
E uno dei punti su cui sarebbe orientato il governo sarebbe lo stop dell’obbligo del Super pass per gli over 50 sul posto di lavoro: potrebbe bastare quello ‘base’. A due settimane dal 31 marzo, quando scadra’ dopo oltre due anni lo stato d’emergenza, il governo si prepara a varare nuove misure di allentamento delle regole anti-pandemia. Il via libera dovrebbe arrivare dal Consiglio dei ministri forse giovedi’, dopo un passaggio dalla Cabina di regia; domani a mezzogiorno si riunira’ anche la Conferenza delle Regioni, che dovrebbe presentare proposte al governo proprio sui contenuti del provvedimento di uscita dall’emergenza.
Oggi intanto il premier Mario Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme con il coordinatore del Cts Franco Locatelli e il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Alla riunione, a cui ha partecipato anche il sottosegretario Roberto Garofoli, si sarebbe discusso appunto della road map. In generale, a quanto emerso finora, dall’1 aprile dovrebbe cadere l’obbligo del Green pass all’aperto per ristoranti e bar, cosi’ come del ‘rafforzato’ per i trasporti pubblici locali.
Per i trasporti ‘lunghi’ (come aerei, treni e navi) si potrebbe richiedere un tampone negativo. Il governo spera delle vacanze di Pasqua per rilanciare il settore turistico: per questo gia’ dal 1 aprile dovrebbe non servire piu’ il pass per le strutture ricettive, per i musei e le mostre e le attivita’ commerciali. Gli stadi dovrebbero tornare al 100% (ma si preme per una deroga per la partita della Nazionale del 24 marzo) mentre per i palazzetti le capienze dovrebbero aumentare progressivamente.
Con l’addio allo stato d’emergenza dovrebbero poi decadere le quarantene da contatto, anche per i non vaccinati. La novita’ riguardera’ anche le scuole, dove – probabilmente non da subito – dovrebbe sparire anche l’obbligo della Ffp2 in favore della chirurgica. In generale, a quanto emerge, nei luoghi chiusi i visi dovranno rimanere coperti ancora per un po’. Sparira’ invece con il 31 marzo la struttura commissariale.
Per il dopo-Figliuolo circolano due ipotesi: le funzioni potrebbero passare a strutture di missione in seno al ministero della Salute o a Palazzo Chigi, oppure passare alle Regioni, compreso l’acquisto dei vaccini. Addio anche al Cts, ma Locatelli e Brusaferro dovrebbero rimanere come consulenti del governo. Il dibattito tra falchi e colombe, comunque, e’ ancora aperto e in maggioranza alcune forze politiche premono per un allentamento rapido delle misure, in particolare il Green pass. Il governatore leghista del Veneto Luca Zaia oggi ha detto, rispetto alle restrizioni, che “e’ giunto il momento di abbandonarle tutte e fare affidamento sulla responsabilita’ dei cittadini”.
Circola persino l’ipotesi di un ‘liberi tutti’ per i positivi asintomatici, che quindi non dovrebbero essere sottoposti a isolamento. E poi ci sono gli esperti e i tecnici, che ammettono che “il momento epidemiologico e’ confuso”. Per questo non si escludono delle verifiche a meta’ mese per capire se e quanto alleggerire ulteriormente le restrizioni, come ad esempio l’obbligo di Green pass al chiuso o l’uso della Ffp2.
Misure che potrebbero entrare in gioco con il mese di maggio e poi progressivamente, per gradi, con giugno: ai concerti e allo stadio dovrebbe bastare la chirurgica, cosi’ come nei bus e nelle metro, in aereo e in treno. Il 15 giugno, infine, e’ l’altra data chiave per l’Italia del Covid. E’ quella in cui scadra’ l’obbligo vaccinale e anche quella – e’ una delle ipotesi – in cui potrebbe andare in soffitta davvero la ‘certificazione verde’.
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