I finanzieri del Comando provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza applicativa della sospensione di un anno dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un assistente giudiziario impiegato presso la Cancelleria delle esecuzioni civili del Tribunale di Nocera inferiore.
Si tratta della prosecuzione delle indagini che a febbraio 2021 hanno portato all’arresto in flagranza per il reato di concussione di un 30enne di Baronissi, sorpreso mentre riceveva la somma di 2mila euro da un imprenditore edile al quale erano stati pignorati 5 immobili.
La somma era la sesta tranche di un importo complessivo preteso di 20mila euro. Per lo stesso reato erano stati emessi due decreti di fermo nei confronti di un avvocato e un ingegnere, nominati dal Tribunale rispettivamente custode giudiziario e consulente tecnico d’ufficio nell’ambito della stessa procedura.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Nocera Inferiore, l’assistente giudiziario sottoposto oggi a misura cautelare avrebbe rivestito un ruolo cardine in quella come in altre vicende, rappresentando una sorta di “punto di riferimento all’interno del Tribunale” pronto a cercare di pilotare le assegnazioni di procedure esecutive, sottrarre fascicoli dalla Cancelleria delle Esecuzioni civili del Tribunale assicurandosi che il giudice delle esecuzioni non se ne accorgesse e sottrarre cospicue somme di denaro dai libretti delle procedure esecutive.
Gli indagati avrebbero esercitato pressioni sui debitori di turno, prospettando la possibilità di un miglioramento delle loro posizioni in cambio del pagamento di somme di denaro. Lo stesso assistente giudiziario, secondo quanto risulta dalle indagini, si sarebbe prestato, su esplicita richiesta del legale, a negare la visione dei fascicoli di pertinenza di soggetti pignorati, allo scopo di indurre questi a sostituire l’avvocato di fiducia con professionisti organici al sistema.
L’assistente giudiziario e l’avvocato inoltre si sarebbero resi responsabili dell’indebita sottrazione di tre fascicoli e della distruzione, documentata con un selfie inviato tramite Whatsapp, di atti giudiziari e documenti originali, in quanto preoccupati della volontà espressa dal giudice dell’Esecuzione di esaminarne il contenuto. E’ risultata pienamente coinvolta anche la figura del consulente tecnico d’ufficio, che ha ammesso nel corso di un interrogatorio di aver modificato il reale valore di unità immobiliari sovrastimandolo, in modo da liberare beni dal pignoramento e porre in condizione l’imprenditore concusso di disporre, a seguito della vendita degli stessi, della somma di denaro che doveva poi consegnare agli indagati.
Il gip ha ritenuto idonea la misura cautelare della sospensione per un anno dall’esercizio del pubblico ufficio per l’assistente giudiziario, mentre per l’avvocato nominato custode giudiziario non è stata disposta la misura cautelare richiesta dalla Procura, in considerazione dei 6 mesi di arresti domiciliari già scontati in relazione al primo degli episodi accertati e all’obbligo di dimora al quale è attualmente sottoposto, oltre che della cancellazione dello stesso dall’albo dei custodi giudiziari del Tribunale di Nocera Inferiori. La Procura ha presentato appello contro la decisione del gip.
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