Sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte della giovane ucraina Anastasiia Bondarenko. La perizia dovrà infatti accertare se è morta a cause delle botte inferte dall’ex compagna arrestato Dmytro Trembach o a cause dell’incendio appiccato all’appartamento dall’uomo dopo la lite.
Dmytro Trembach, 53 anni, era invaghito di Anastasiia Bondarenko, di trent’anni piu’ giovane. Appena diciottenne, lei aveva avuto una figlia da lui. Poi dall’Ucraina l’arrivo in Italia, dove Anastasiia tirava avanti con lavori domestici saltuari e come badante; lui invece era un operaio edile, con poca stabilita’ economica. Alla base dell’omicidio, anticipato da giorni di minacce e litigi, ai quali hanno assistito ben cinque connazionali della coppia che vivevano nello stesso appartamento in vico Sant’Antonio Abate, c’era la gelosia di lui.
La vittima aveva infatti accennato all’idea di lasciarlo e questo per Dmytro doveva essere pagato con la vita. Cosi’ ha dato fuoco, probabilmente con benzina, all’appartamento. I militari dell’Arma sono riusciti a individuare il movente gia’ poche ore dopo la scoperta dell’incendio e i soccorsi e le ipotesi dei rilievi sul posto hanno dato una spinta alle indagini, non per incidente o suicidio ma per omicidio.
L’arresto per decreto di fermo perche’ l’uomo era in procinto di lasciare Napoli: se non fosse scoppiata la guerra, avrebbe preso il primo autobus per Kiev.
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