Calcio: dopo Milan, nel Napoli serve una riflessione. Spalletti riflette sulla solitudine di Osimhen
Niente processi, ma una riflessione serve sicuramente. Il Napoli non fa drammi ma la sconfitta di ieri sera al Maradona con il Milan non va presa sotto gamba. Luciano Spalletti si è rovinato il compleanno che ricorre oggi.
Il tecnico toscano compie 63 anni e avrebbe voluto festeggiare con il primato in classifica. Invece Stefano Pioli, che non aveva mai prevalso negli scontri diretti tra i due ha trovato l’antidoto giusto al gioco degli azzurri ed è riuscito a regalarsi, lui si, una vittoria che rilancia definitivamente i rossoneri come gli avversari dell’Inter nella lotta per lo scudetto.
Oggi il Napoli si è allenato nel Centro Tecnico di Castel Volturno. L’attività ha riguardato principalmente chi non aveva giocato ieri sera, mentre i protagonisti della gara al Maradona hanno svolto lavoro di scarico. Fermarsi a riflettere su quanto è accaduto è necessario, ma ripiegarsi su se stessi per leccarsi le ferite non fa parte dell’atteggiamento dell’allenatore.
Sicuramente Spalletti si è soffermato a valutare, assieme al suo staff, quali sono state le mancanze e i problemi messi in mostra dalla sua squadra e una sorta di esame di coscienza l’allenatore lo avrà fatto per capire dove abbia sbagliato, lasciando che Pioli imbrigliasse il gioco della sua squadra.
Il problema del Napoli è sembrato essere tattico, legato principalmente alla superiorità schiacciante del centrocampo rossonero. Ruiz e Lobotka circondati sistematicamente da uno stuolo di avversari e soprattutto l’inadeguatezza dei tre attaccanti di supporto a Osimhen a dare una mano nella fase di contenimento dell’avversaria, sono questi i temi sui quali sicuramente si è concentrata l’attenzione di Spalletti per cercare di porre un rimedio, in vista dei prossimi dieci impegni di campionato.
La solitudine dell’attaccante nigeriano, abbandonato a se stesso come un predicatore nel deserto sembra essere – e non da ieri – il vero problema del Napoli, assieme piu’ in generale a un problema caratteriale della squadra, spesso incapace di imporre il proprio gioco.
Insomma c’è tanto da lavorare e gli stimoli per non mollare proprio ora ci sono senz’altro. E’ vero, il treno dello scudetto è forse definitivamente passato e il Napoli non potrà più salirci a bordo, ma la stagione continua e un traguardo da raggiungere a tutti i costi, vale a dire la conquista di uno dei primi quattro posti con la qualificazione alla Champions League del prossimo anno, rimane più che a portata di mano.
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