Napoli: gestori baretti Chiaia, “Su movida Comune consideri la nostra posizione. Non è così che sparirà la criminalità da Napoli”
“Abbiamo letto le motivazioni con le quali il Tar ha rigettato nel merito il ricorso dei nostri colleghi del centro storico contro l’ordinanza sindacale in materia di movida. Sicuramente adesso è il momento di sederci a un tavolo con tutte le istituzioni per stabilire al termine di questo provvedimento, definito dal Comune emergenziale, come ci si vorrà muovere, auspicando che sarà tenuta in considerazione la nostra posizione”.
Lo dichiara l’associazione Chiaia Night, nella quale confluiscono diversi gestori di locali nell’area dei “baretti” di Chiaia, tra le più frequentate della movida napoletana.
“Quando tra le motivazioni leggiamo ‘non preclude agli esercenti commerciali di realizzare una diversa organizzazione dell’attività di impresa onde fronteggiare la paventata congiuntura negativa’ – aggiungono gli esercenti – ci domandiamo se forse ci stiano spingendo a cambiare mestiere. Va poi sottolineato che ‘realizzare una diversa organizzazione dell’attività di impresa’ innanzitutto richiede tempi di pianificazione e conseguente attuazione che non sono celeri. Dunque ci sentiamo un po’ presi in giro: come dovremmo recuperare le perdite dovute alla riduzione degli orari? Ma va anche detto che un simile scenario sarebbe attuabile in una situazione diversa da quella pandemica, in cui le persone non possono sostare a lungo all’interno dei locali. Inoltre sarebbe attuabile in un contesto in cui le istituzioni aiutino le attività, effettuando un maggiore controllo del territorio, che non sia rivolto esclusivamente alle attività – ostacolando così il lavoro nei momenti di maggiore affluenza, elargendo multe spesso infondate, come l’esito delle varie contestazioni dimostrano, ma anche e soprattutto a quanto avviene in strada”.
Chiaia Night esprime “l’augurio che, prima di un provvedimento ordinario, il Comune parta dal presupposto che attività come le nostre siano un’attrattiva per il turismo, un’offerta che non può mancare in una città che aspira a essere al pari delle grandi metropoli europee. Speriamo che siano ascoltate realmente le esigenze dei soggetti coinvolti, che siano tenute in considerazione per strutturare un regolamento che non punti solo a danneggiare le nostre attività, nascondendosi dietro la motivazione della sicurezza. Non è di certo riducendo gli orari di apertura dei locali che la criminalità sparirà da Napoli. Chiediamo solo di lavorare come nelle altre città italiane. A nostro parere decisioni del genere sono solo un fallimento per questa città, significa ammettere che non si sa nemmeno da dove cominciare per risolvere un problema sociale. Non ci stancheremo mai di ripeterlo”, conclude la nota.
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