Secondigliano. Ha detto di essere stato incastrato e ha negato ogni accusa mossa contro di lui dalla Procura e dai pentiti che lo hanno indicato come la mente e l’ideatore del traffico di droga e telefoni cellulari nel carcere di Secondigliano a Napoli.
Giuseppe Tucci, 47 anni, agente di polizia penitenziaria, lo ha fatto nel corso del lungo interrogatorio di garanzia davanti al gip di Santa Maria Capua Vetere. Ventisei in totale sono state le persone arrestare, di cui 22 sono detenuti e quattro agenti, tra cui appunto Tucci, ai domiciliari sulla base delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.
Tucci, difeso dall’avvocato Enzo Guida, ha spiegato al giudice per le indagini preliminari che il suo ruolo all’interno del carcere e’ sempre stato quello di “segnalare le anomalie e comportamenti illegali che avvenivano nell’istituto di pena”, e che proprio questo atteggiamento “irreprensibile” gli ha creato molto problemi “e tanti nemici”. Il poliziotto ha anche ricordato che i detenuti mal sopportavano il suo modo di lavorare tanto che avevano addirittura raccolta delle firme per chiedere il suo spostamento dal reparto.
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