E’ stato studiato a Napoli l’integratore alimentare a base Arginina, Creatina, L-Carnitina, vitamine C ed E puo’ aiutare a contrastare la sarcopenia, cioe’ la tendenza dei muscoli a ridurre quantita’ e qualita’ della massa muscolare determinando l’abbassamento del livello di performance fisica.
Si tratta di malattia tendenzialmente ma non solo della terza eta’ e che puo’ insorgere anche nei pazienti con Covid-19. Grazie a questo integratore e’ possibile prevenirla e favorire la risposta del sistema immunitario all’infezione. Emerge da uno studio clinico, tutto italiano condotto a Napoli, e pubblicato sulla rivista Healthcare.
I ricercatori hanno evidenziato in una conferenza stampa online come grazie alla supplementazione di arginina si sia ridotto del 58% il numero di giorni di ventilazione nei pazienti ricoverati in terapia sub-intensiva e di quasi il 10% i giorni di ospedalizzazione.
“La perdita progressiva di massa muscolare e la conseguente debolezza colpiscono oltre il 60% delle persone infettate dal Coronavirus. Questi sintomi si verificano di solito pochissimi giorni dopo l’inizio del ricovero. Non riguardano solo gli anziani ma anche gli under 40. Si tratta di problematiche con ripercussioni sulla dinamica respiratoria e sulle funzioni fisiologiche”. Ha spiegato Eduardo Pone, responsabile Dipartimento di Medicina d’Urgenza dell’Ospedale del Mare di Napoli.
“Abbiamo condotto uno studio su 40 pazienti ricoverati in terapia sub—intensiva trattati con l’integratore confrontando i dati con un gruppo di controllo – aggiunge Carolina Bologna, Uoc Medicina Interna dell’Ospedale del Mare di Napoli – in particolare, abbiamo monitorato con l’ecografia bedside la massa muscolare del quadricipite e con un dinamometro la forza muscolare. Lo studio ha dimostrato una riduzione dell’ospedalizzazione in media di 7 giorni.
Diminuire il tempo di degenza in sub-intensiva e’ importante per il paziente nonche’ per il Servizio Sanitario Nazionale. Una settimana in meno di dipendenza da un respiratore significa anche abbattere il rischio d’infezioni ospedaliere. Il dato puo’ contribuire a migliorare gli esiti del Covid-19, anche se non si tratta ovviamente di una terapia salva vita”.
Articolo pubblicato il giorno 31 Marzo 2022 - 18:15