<strong>Castellammare. Soltanto lo scorso 22 Febbraio ad Onorato Michele, alias o’ pimontese era stato rinnovato il carcere duro, il regime del 41 bis, essendo considerato, tuttora, dalla DDA di Napoli il massimo esponente della criminalità stabiese e pompeiana con ramificazioni nella vicina Scafati.
Per il ministero della giustizia il ras Onorato, classe 64 meritava, a pieno titolo, il regime detentivo estremo è più afflittivo, in quanto a capo del clan Cesarano di Ponte Persica di Castellammare di Stabia. Il capo dei capi secondo la DDA di Napoli. Un trentennio di detenzione nei carceri di massima sicurezza di tutta Italia e con un fine pena ricalcolato dalla Procura di Napoli qualche anno fa, che prevedeva un fine pena nel marzo 2028.
Non solo ma l’Onorato doveva scontare altri due anni di misura sicurezza di casa lavoro quello che viene definito volgarmente l’ergastolo bianco. Onorato avrebbe dovuto attendere il 2030 prima di chiudere i suoi conti con la giustizia.La difesa dell’Onorato Michele affidata all’avvocato Gennaro De Gennaro è riuscita a capovolgere la storia processuale del suo assistito, facendo emergere i gravi errori giuridici che erano stati commessi ai suoi danni.
E per il ras che doveva ancora scontare 8 anni tra carcere duro e casa lavoro quale misura di sicurezza è arrivata la inaspettata scarcerazione, in quanto la Procura di Napoli ha accolto l’istanza del suo difensore. Niente più carcere, niente più casa lavoro ma la libertà ed il ritorno nella sua terra, nel rione Moscarella a Castellammare di Stabia.
La fungibilità ottenuta, gli errori giuridici e sostanziali che avevano riguardato la sua posizione processuale hanno determinato la sua immediata scarcerazione. Onorato ha potuto così lasciare il carcere di massima sicurezza di Spoleto, lasciandosi alle sue spalle il 41 bis, ritornando ad essere un uomo libero.
Articolo pubblicato il giorno 18 Marzo 2022 - 13:44