Camorra: Raffaele Imperiale è stato già interrogato dal gip Linda D’Ancona del Tribunale di napoli e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il super narcos, arrestato lo scorso 4 agosto a Dubai, ed estradato in segreto venerdì in Italia, assistito dall’avvocato Maurizio Frizzi è comparso dinanzi al gip per l’interrogatorio di garanzia. Per il momento non ha voluto rispondere alle nuove pesanti accuse mosse nei suoi confronti. Quando è atterrato venerdì sul suolo italiano gli investigatori napoletani gli hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di associazione di tipo mafiosa. L’Antimafia di Napoli lo ritiene tra gli esponenti di vertice del clan Amato-Pagano.
Imperiale, in accordo con il suo avvocato, ha deciso di non rispondere. Vogliono studiare le accuse, leggere tutte le prove in mano alla Dda di Napoli. Insomma si prende tempo per capire come muoversi.
Di lui le cronache narrano anche di una residenza all’hotel Burj Al Arab, un hotel di Dubai da mille e una notte, e del progetto per la costruzione di un complesso di ville da affidare all’archi-star Zaha Hadid. Lo scorso 8 marzo il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, aveva personalmente consegnato al suo omologo degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah Al Nuaimi, la terza richiesta di estradizione, firmata dallo stesso Guardasigilli, per Raffaele Imperiale, al numero due dell’elenco dei piu’ ricercati.
Nell’incontro bilaterale col ministro emiratino la Guardasigilli sollecito’ con forza una pronta esecuzione per tutte le richieste di estradizione presentate dall’Italia, auspicando una piu’ proficua collaborazione giudiziaria tra i due Paesi. A tutela dei connazionali coinvolti in procedimenti giudiziari negli Emirati, Cartabia ha sottoscritto con Al Nuaimi, un accordo di cooperazione giudiziaria, per consentire ai condannati di scontare la pena nei rispettivi Paesi di origine. L’espulsione di Imperiale e’ tra i primi effetti di quell’accordo che potrebbe presto portare alla consegna di altri latitanti italiani eccellenti – almeno nove quelli nel mirino secondo una informativa che risale al 2018 – e che da anni vivono a Dubai.
Lo chiamano ‘Lelluccio Ferrarelle’ perche’ da Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, il giovane Raffaele Imperiale muoveva i primi passi nel commercio dell’acqua. Un nomignolo che poi si e’ portato addosso a lungo. Ma dagli anni Novanta ne ha fatta di strada, fino a diventare, secondo la Dda di Napoli uno dei broker della cocaina piu’ importanti del mondo e legati alla camorra napoletana. Imperiale e’ stato arrestato a Dubai il 4 agosto dello scorso anno, una cattura fu poi comunicata dalle autorita’ soltanto quindici giorni dopo; era stato fermato in un blitz della polizia di Dubai, sorpreso in una villa con piscina dove gli agenti avevano rinvenuto anche un passaporto russo e una falsa identita’, dato che Imperiale che si faceva chiamare Antonio Rocco.
Era inserito nell’elenco dei latitanti piu’ pericolosi d’Italia, accanto al boss della mafia Matteo Messina Denaro. Nato a Castellammare di Stabia il 24 ottobre 1974, e’ stato capace di costruire un imponente network di trafficanti internazionali, in particolare specializzati nel ‘commercio’ di cocaina. L’attivita’ di brokeraggio internazionale ed il rapporto d’affari con la criminalita’ organizzata partenopea sono stati cristallizzati dal punto di vista investigativo nella prima decade del 2000, quando sono stati documentati contatti con i boss del clan Di Lauro di Secondigliano, tra cui Elio Amato e Antonio Orefice.
Tale legame e’ sopravvissuto alla scissione degli Amato dai Di Lauro nel corso delle tre faide di Scampia. Il patrimonio illecitamente accumulato gli ha permesso di acquistare sul mercato nero due dipinti di Van Gogh di valore inestimabile, rubati nel 2002 ad Amsterdam in Olanda e ritrovati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli in una vecchia villa a Castellammare di Stabia nel 2016 e restituiti al museo di Amsterdam dedicato al pittore olandese. Di lui non si hanno immagini pubbliche e in pochi lo hanno visto in faccia.
Vittima da ragazzo di un tentativo di rapimento al quale riesce misteriosamente a sfuggire, eredita dal fratello maggiore un coffee shop ad Amsterdam e da qui inizia la sua carriera criminale, tessendo pazientemente contatti e alleanze con i narcos sudamericani. E’ il clan Amato-Pagano, gli scissionisti dei Di Lauro, che gli consente di diventare uno dei maggiori fornitori di cocaina delle piazze di spaccio partenopee, e di organizzazioni criminali di mezza Europa, dalla Bosnia all’Irlanda. Giacca e cravatta, amante del lusso e in grado di parlare almeno quattro lingue, Imperiale si era ritagliato negli emirati Arabi un esilio dorato dal quale controllava il suo impero economico.
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