Santa Maria Capua Vetere. Il padre di Angela Iannotta, la 28enne, mamma di tre bambini rispettivamente di 8, 7 e 2 anni, ancora in pericolo di vita dopo aver subìto un intervento di bypass gastrico.
Il padre è preoccupato per le sue condizioni di salute: “E’ sempre in pericolo di vita,- ha fatto sapere- anche se lunedì è stata trasferita dalla Rianimazione al reparto di Chirurgia dei grossi traumi dove è sotto stretta osservazione da parte del primario chirurgo Alberto D’Agostino che conosce nei minimi dettagli la situazione clinica.
Voglio ringraziare innanzitutto il dottor D’Agostino per la sua preziosa opera professionale svolta e per la sua generosa umanità; poi voglio ringraziare anche la sua intera equipe chirurgica e quella del Pronto soccorso di Caserta, diretta da Diego Paternosto. Voglio anche ringraziare il gruppo dei medici della Rianimazione e della Terapia intensiva diretta da Pasquale De Negri.
Se non fosse stato per loro, lo dico commosso, che quella notte del 3 febbraio scorso, quando mia figlia è stata trasferita lì, hanno capito immediatamente il problema della setticemia, per cui hanno allestito immediatamente una sala operatoria d’urgenza (con il dottor Francesco Mariano)
, Angela oggi non sarebbe più in vita. Questa è una certezza, non una mia convinzione”.Poi ha spiegato: “E’ vigile e presente a se stessa anche se immobilizzata a letto con l’applicazione di drenaggi ed altri supporti. E’ alimentata in via artificiale, non vi sono altre possibilità. Queste sono le notizie che medici hanno comunicato a noi familiari. Insomma è una situazione indescrivibile, pericolosa, angosciante e drammatica.
Non a breve. I tempi, se il Signore vorrà, purtroppo sono ancora molto lunghi: da quanto mi è stato detto e da quanto ho capito (ero emozionato quando ho avuto queste notizie) dovrà subire un quinto intervento chirurgico, se non altri ancora, per la ricostruzione dell’esofago e di altre parti dell’intestino e dello stomaco. Senza queste operazioni Angela non ha alcuna possibilità di rimanere in vita.
Stiamo pensando a strutture come l’Humanitas di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma, il Centro esofageo dell’Università di Padova, il Secondo Policlinico di Napoli e così via. Sono i primi nomi che mi vengono in mente, ce ne sono altri che adesso non ricordo”.
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