Sono dodici gli indagati al Comune di Torre Annunziata nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato questa mattina al sequestro di numerosi incartamenti e altro materiale e di diverse perquisizioni, svolte tra la sede dell’ente e le abitazioni e gli uffici privati di alcune delle persone interessate.
Tra gli indagati anche il sindaco della citta’ oplontina, Vincenzo Ascione (Pd). Stando a cio’ che si apprende, i reati contestati agli indagati sono a vario titolo traffico di influenze e corruzione, e per alcuni concorso in associazione mafiosa. Stando a cio’ che si apprende, tra gli indagati figurano anche il presidente del consiglio comunale di Torre Annunziata, Giuseppe Raiola, l’assessore al porto Luisa Refuto, l’ex capo dell’ufficio Tecnico Nunzio Ariano e la consigliera comunale Maria Oriunto, cognata di un altro indagato a sua volta nipote di un uomo ritenuto killer del clan Gionta, sodalizio criminale attivo nella citta’ vesuviana.
Una firma falsa attribuita a un assessore su un atto deliberativo. Ruota attorno a quest’episodio l’ultima tegola abbattutasi sull’amministrazione comunale di Torre Annunziata.
Da quanto fa sapere la Procura di Torre Annunziata, i finanzieri del gruppo oplontino hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro probatorio, emesso proprio dalla Procura nell’ambito delle indagini sugli episodi corruttivi verificatisi in seno al Comune e per i quali e’ stato arrestato e risulta ancora indagato I’ex dirigente dell’ufficio tecnico dell’ente, Nunzio Ariano.
”Il provvedimento –ha spiegato il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso – e’ finalizzato a sottoporre a sequestro l’originale di una delibera di giunta municipale, al fine di verificare, alla stregua delle indagini sin qui espletate, l’autenticita’ di una delle firme alla stessa apposte”.
L’atto deliberativo si collegherebbe ad una vicenda corruttiva per la quale sono attualmente indagati l’ingegnere Ariano e l’imprenditore Amedeo Carluccio, relativo alla procedura di affidamento alla ditta dello stesso Carluccio dei lavori di pitturazione e manutenzione degli infissi dell’asilo nido di via Parini.
Per questa vicenda Ariano, nei confronti del quale lo scorso ottobre era stata applicata la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, e’ tuttora sottoposto agli arresti domiciliari. Le indagini svolte successivamente all’applicazione di questa misura cautelare hanno fatto emergere indizi di falsità della firma di uno degli assessori che avevano presentato la bozza di delibera in giunta.
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