I carabinieri rapinatori di Napoli avevano conosciuto il loro complice nella Caserma di Casoria.
Si tratta di un pregiudicato che si recava in caserma a firmare, la terza persona arrestata dalla Squadra Mobile di Napoli e dai militari dell’Arma al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli (sostituto procuratore Stefano Capuano) che vedono indagati anche due carabinieri accusati di essere stati gli autori di una rapina da 15mila euro messa a segno nei pressi dell’ufficio postale di corso Meridionale, nel capoluogo partenopeo, nel 2019.
E’ stato cosi’ che i due carabinieri, all’epoca dei fatti in servizio a Casoria e il pregiudicato si sono conosciuti dando poi vita alla banda che ha progettato e messo a segno il colpo. Tra gli indagati figurano anche due delle vittime della rapina (che lavorano insieme alle altre due per una ditta di pulizie e per le quali non e’ stato ritenuto necessario emettere una misura cautelare).
Si tratta di persone legate da vincoli di parentela con il pregiudicato (fino al quel momento ritenuto responsabile solo di piccoli reati) titolare di un’attivita’ commerciale nel Napoletano. Erano proprio quei due a passare le informazioni “sensibili” al pregiudicato che cosi’ e’ venuto a sapere dei prelievi periodici alle poste.
Somme cospicue che hanno fatto gola a lui e anche ai due carabinieri, in quel periodo afflitti da problemi economici. Secondo quanto emerso dall’analisi dei sistemi di videosorveglianza dell’ufficio postale e della zona, i due carabinieri hanno costretto uno dei quattro, quello che aveva messo nel suo zaino i soldi in contanti e anche altri 18mila euro in assegni (subito bloccati e resi inesigibili), a salire sulla loro macchina.
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Seguiti dalle altre tre vittime, che viaggiavano in un’altra vettura, si sono recati fino al vicino Centro Direzionale, dove l’ostaggio e’ stato fatto scendere, ma senza lo zaino. A questo punto i carabinieri sono partiti a tutta velocità, seguiti dai quattro che pero’ non sono riusciti a tenere il passo dei fuggitivi.
Le indagini si sono avvalse, oltre che dai riscontri ricavati dall’analisi delle immagini, anche di una fitta attivita’ di riscontri ottenuti grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali.
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