Cinquantacinque applausi e una ovazione finale durata oltre tre minuti, hanno segnato il discorso del presidente della Repubblica Mattarella davanti al Parlamento.
“Viva la Repubblica, viva l’Italia”. Cosi’ il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiudendo il suo discorso dopo aver prestato giuramento di fronte al Parlamento riunito in seduta comune.
“Il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni – ha esordito – hanno fatto la loro scelta. E’ per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi”. “Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica”. Sono stati “momenti travagliati per tutti, anche per me”, ha detto.
Le attese degli italiani “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana”, ha sottolineato aggiungendo che “è questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno”.
“Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze – sanitaria, economica e sociale – che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze”, ha detto Mattarella sottolineando che la “lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni”.
“Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza. E’ ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano”.
“Viviamo in una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale”.
“Su tutti questi temi – all’interno e nella dimensione internazionale – è intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell’Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”. Un applauso si è levato dall’Aula della Camera quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato il governo Draghi ringraziandolo e augurandogli buon lavoro.
“Rafforzare l’Italia significa anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia. L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti”.
Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Parlamento. “La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Ue protagonista nella comunità internazionale”.
“Quel che appare necessario – nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento è che – particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese – il Parlamento sia sempre posto in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati.
La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi. Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione”. Una standing ovation unanime ha segnato il passaggio in cui il presidente Mattarella ha sottolineato la necessità per il Parlamento di esaminate gli atti del governo.
Un passaggio del discorso di Mattarella è stato dedicato anche alla crisi Ucraina. “Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale”.
“Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini”.
Il capo dello Stato ha parlato anche del nodo della giustizia. “Rivolgo un saluto rispettoso alla Corte Costituzionale, presidio di garanzia dei principi della nostra Carta. Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature – elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società -mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”.
Standing ovation unanime quando il presidente Mattarella sottolinea la necessità di un processo riformatore per la magistratura.“È indispensabile che le riforme annunciate” per la giustizia “giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore”.
Il capo dello Stato ha salutato il Pontefice. “A Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano”. Nel suo discorso anche un omaggio a Monica Vitti, scomparsa ieri. “Consentitemi di rendere omaggio a Monica Vitti grande protagonista della vita culturale del nostro paese”.
Il discorso del Presidente della Repubblica tocca anche la questione giovani. “Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura – ha detto Mattarella – come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità”.
“La dignità. Dignità – ha evidenziato – è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società”.
“Dignità – ha detto ancora – è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”.
Migliaia di persone hanno assistito al passaggio del corteo che accompagna il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal Quirinale a Montecitorio, dove all’ingresso ad attenderlo c’erano il presidente del Senato Elisabetta Casellati e da quello della Camera Roberto Fico. ‘Grazie presidente’, recita a lettere tricolori un cartellone esposto da un giovane appostato dietro le ringhiere.
I familiari del presidente Mattarella hanno seguito la cerimonia del giuramento dalla tribuna presidenziale dell’Aula di Montecitorio. Nella stessa tribuna il Nunzio apostolico in Italia, il Vice Presidente del CSM, il Capo di Stato Maggiore della Difesa e il segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
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