Sanremo. Brividi black&white, indiscutibili vincitori già delle prime note: con Blanco e Mahmood vince l’amore.
Accantonata la canzonetta ritornello facile di un’estate che verrà, il Festival incorona due giovani che siglano sul palco di Sanremo un’intesa inaspettata, ricerca vocale, musica dei nostri tempi. Un mix nato per caso in uno studio di registrazione e come un segno del destino in nome dell’amore diventa ‘corona’ e premio. E’ un successo che mette d’accordo tutti quello della 72esima edizione del Festival della canzone italiana.
Critica, pubblico, giuria demoscopica questa volta non hanno avuto bisogno di un conclave per scegliere il vincitore, l’incertezza solo per il podio con Elisa e Morandi outsider ma non troppo. Blanco e Mahmood quello che sono non avevano bisogno di dimostrarlo su un palco. Facce strane e linguacce, il sorriso tirato con l’indice, sono le immagine che consegnano alla storia del festival italiano la vita a cento allora anche se non ha ancora ‘fatto la patente’ di Blanco – al secolo Riccardo (Ricky) Fabbriconi – il ‘white’ della coppia vincente. Dietro quell’atteggiamento scanzonato i valori, la famiglia, la vittoria dedicata a Giulia ma anche un po’ a tutti. La corsa in platea per abbracciare mamma e papà perchè “Da piccolo li facevo dannare, vederli piangere e abbracciarli è stato bellissimo”, ha spiegato il più giovane in gara.
Alessandro Mahmood, invece, il ‘riflessivo’ del duo, Sanremo lo ha vissuto con consapevolezza. D’altronde ‘My mood’ – il gioco di parole del suo nome d’arte – ha portato sul palco il suo stile di vita, la sua storia personale, il suo stato d’animo all’interno delle sue canzoni. Ed è stato ‘brividi, brividi, brividi’. E allora si capisce come non è un caso vincere Sanremo per due volte a tre anni di distanza (nel 2019 con Soldi e nel 2022 con Brividi). Sanremo lo ha scalato gradino per gradino fino a raggiungere la vetta da ‘Area Sanremo’ nel 2015, Sanremo nuove proposte nel 2016, Sanremo giovani 2018, fino alla prima vittoria nel 2019. Nel mezzo collaborazioni e duetti con Marco Mengoni, Elodie, Michele Bravi, Guè Pequeno, Fabri Fibra, solo per citarne alcune.
La sua vittoria Alessandro Mahmood, non l’ha dedicata a nessuno. Nessuna corsa nel pubblico. Il ‘black’ è stato piuttosto un mix di colori intimi e graffianti trasfusi in toni e note profonde.
E con Blanco alla fine ammette di “non aver ancora realizzato di aver vinto” perchè “…era solo un gioco. Domani capiremo meglio”.
La loro collaborazione, hanno raccontato, “è nata in studio da Michelangelo (il produttore del brano, ndr)”. “Eravamo lì tutti e due, poi Ricky si è messo al piano e io ho accennato il ritornello”, ha aggiunto Mahmood. Non si sa ancora se le loro strada continueranno insieme. “E’ ancora troppo presto per dirlo”.
“Ho una mente flessibile, quando si parla di musica non penso a ospite, candidato o concorrente. Non penso sia degradante tornare come concorrente dopo essere stato ospite. Mi sono sempre ispirato a Elisa, Morandi e Ranieri”, ha detto Mahmood, il black, nel corso della conferenza stampa dopo la vittoria a Sanremo. E, quindi, si capisce che da quelle ispirazioni a ‘Brividi, brividi, brividi’ non è stato un attimo. In mezzo c’è storia, vita, passato, presente, amore – senza genere e senza classificazioni – di un uomo. All’Eurovision ci saranno. Per il momento il ‘Festival 20-22’, come direbbe il bravissimo Amadeus, è stata una bella ri-scoperta.
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