Secondo gli inquirenti avrebbero sborsato 150 euro a testa, non sarebbe stato somministrato il vaccino, che sarebbe stato disperso in un batuffolo di ovatta.
Ha disposto la revoca del ‘green pass’ per 32 dei 38 indagati per le false vaccinazioni.
In calce ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, la firma del sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli John Woodcock, che lo ha adottato perchè ritiene sussistente il pericolo che la libera disponibilità della certificazione verde, ovvero dell’attestazione- certificazione inerente all’inoculazione della prima e della seconda dose, necessari per l’accesso al lavoro, possa “aggravare e determinare il protrarsi delle conseguenze della gravi condotte criminose”.
Basti pensare, sottolinea il Pm, che gli interessati “continuano a fruire dei benefici previsti dalle legge per chi si è effettivamente vaccinato. Circostanza questa che rende oltremodo attuale il presupposto dell’urgenza”.
Si tratta di docenti, dipendenti Asl, del Ministero dell’Istruzione e dell’Università, dei Ministeri della Giustizia e dell’Interno, disseminati tra Napoli e la sua provincia, quelle di Salerno, Benevento ed Avellino, e la Puglia.
Una inchiesta supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle immagini registrate dai carabinieri del Nas nell’hub vaccinale istituito nella “Fagianeria” del Museo di Capodimonte, e successivamente corroborata dalle confessioni rese durante gli interrogatori di garanzia da un infermiere addetto alle vaccinazioni e da un operatore socio sanitario, entrambi arrestati per le ipotesi di reato di corruzione, peculato, falso ed epidemia.
Secondo gli inquirenti, dopo essere stati procacciati e veicolati per il tramite di una guardia giurata, ancora non identificata compiutamente, all’interno di un determinato box, ai pazienti, che avrebbero sborsato 150 euro a testa, non sarebbe stato somministrato il vaccino, che sarebbe stato disperso in un batuffolo di ovatta.
Articolo pubblicato il giorno 4 Febbraio 2022 - 13:38