Drusilla trionfa a Sanremo, il monologo: “Abbracciamo le nostre unicità. Liberiamoci dai pregiudizi e dalla prigionia dell’immobilità”
“La parola diversità non mi piace, ha in se qualcosa di comparativo e una distanza che non mi convince”, dice l’elegante Drusilla Foer nel suo monologo a Sanremo.
“Ho cercato un termine per sostituirla e ho trovato unicità, mi piace, piace a tutti, perché tutti noi siamo capaci di notare l’unicita’ dell’altro e tutti pensiamo di essere unici. ma per comprendere e accettare la propria unicità è necessario capire di cosa è fatta, di che cosa siamo fatti noi, certamente delle cose belle, ambizioni, valori, convinzioni, talenti”.
“Non è affatto facile ma vanno prese per mano tutte le cose che ci abitano e portate in alto, nella purezza della libertà”, dice, salutata da lungo applauso del pubblico.
“Sono una persona molto fortunata a essere qui, ma date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo insieme l’atto più rivoluzionario che c’è, l’ascolto di se stessi, delle nostre unicità, per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni, facciamo scorrere i pensieri in libertà, senza pregiudizio, senza vergogna, liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità”.
Oltre il coinvolgente monologo di Drusilla, non è passato inosservato lo scambio di battute al vetriolo con Iva Zanicchi: “Ho qualcosa in più? Sono colta”
“Come sei alta”, dice Zanicchi. “Sei alta anche tu”, risponde Drusilla.
“Si, ma lei ha qualcosa in più di me”, continua la Zanicchi rivolgendosi a non si sa bene chi tra un sorriso quasi isterico di Amadeus e la prontezza della Foer che serafica risponde: “Sono colta“.
Articolo pubblicato il giorno 4 Febbraio 2022 - 10:39